Barbàglio Con la barba lunga di otto giorni ho avuto il coraggio di passare davanti ad uno specchio a figura intera, è stato come transitare ad un incrocio e vedermi arrivare da tutte le direzioni, come essermi visto a settantacinque anni, età che difficilmente potrò -un giorno- festeggiare. Le mie rughe riposano beate su di un cuscino dalla federa bianca, come l'abito, che non hai indossato per me, non le indosso. Ancora non ho progetti di dentiera o offerte speciali sul catetere, ma me la cavo bene ad incespicare su libri di poesia inutilizzati. Pensavo proprio adesso alla fortuna del nostro amore, morto di dolore e non di uggia, ricordi? Era una vigilia di Pasqua, splendeva nei tuoi occhi la mia croce e non sapevo darmi un'età.
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Luca Gamberini
- 24/07/2020 15:57:00
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Grazie a tutti per l’attenzione donata ai miei versi, sarebbe davvero un grande punto di arrivo riuscire a scrivere in maniera semplice senza risultare banale, sarebbe come un morire nel sonno.
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Gil
- 24/07/2020 10:56:00
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Poeta pellegrino immobile nel proprio stare dove un giorno accadde nella sua unicità ed irripetiibilità l’Amore, il Gamberini è un poeta autentico, nel senso che in lui la poesia è respiro, e ha la grandezza di un orecchio raffinato: sa cogliere la lingua poetica delle cose ordinarie e restituirne il verso, ma abitando petrarchescalamente il nucleo di fuoco della sua poetica: l’amore.
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Salvatore Pizzo
- 24/07/2020 03:40:00
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Il tempo è il tempo, proprio come le rughe sono le rughe. Ciò che non è mai stato, proprio lì si ripone: tra una ruga e l’altra in un tempo che è terno presente. Mi hai reso proprio l’idea di come sia difficile immaginarsi a settantacinque anni, cosa che ho apprezzato molto, proprio come la tua poesia. Un saluto
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Giovanni Rossato
- 23/07/2020 16:18:00
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Un testo che merita di essere letto semplice ma non banale. Grazie Luca
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