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Come sono morti i nostri baci

Questa barba mi rende più schivo
allontana le donne che non sanno
le osterie, o non trovano di meglio
del cercare se stesse, tipo l'acqua
nel mare. Ti guardi nello specchio
chiuso, tutto ciò che dicevi, valeva
la pena, è ora lontano, consumato
dai giorni e da notti -dormite- male
interpretate, come una gatta zuppa
mostri il corpo a chi non abbisogna
del tuo cuore, labbra e respiro divisi
dalle solite parole. In questa quiete
stanca riposa la mia barba ferrigna
rido da solo di noi, piango da solo
per te, e niente è più qui, neppure
gli anni che abbiamo lasciato fluire
come un sangue malato tra sagome
di occhi a fissare labbra smemorate
non più in grado di scorgere la vena.
Come sono morti i nostri baci? Forse
per finta, è apologia dell'insicurezza
rimanere in attesa per non farsi male.
Scontare la pena vivendo per sempre.

 Luca Gamberini - 25/04/2023 15:11:00 [ leggi altri commenti di Luca Gamberini » ]

Il primo commento era in risposta a Piergiorgio che ancora ringrazio.

 Luca Gamberini - 25/04/2023 15:09:00 [ leggi altri commenti di Luca Gamberini » ]

Lilith, ti ringrazio per le carezze, i miei versi sono dei fragili fighetti, un po’ come me. Grazie sempre.

 Luca Gamberini - 25/04/2023 15:06:00 [ leggi altri commenti di Luca Gamberini » ]

Ciò che distingue il lettore dall’ascoltatore è la modalità scaturita di comunicare il raccolto. Mi sento, in effetti, un tentativo beat. Cerco di pormi domande alle quali non risponderò mai da vivo, preferisco non sapere in maniera consapevole, come diceva Socrate, e parafrasando Bataille: l’attività umana ha la produzione come fine... Io ho la fine come fine... Cosa vuoi: alla mia età basterebbe una carezza.
Ti ringrazio tanto per l’attenzione donata.

 Lilith50 - 22/04/2023 18:39:00 [ leggi altri commenti di Lilith50 » ]

L’amarezza si fa poesia. Anche dai baci morti nasce bellezza. Ho accarezzato alcuni dei tuoi versi quasi volessi consolarli.
Molto apprezzata.

 Piergiorgio - 20/04/2023 11:58:00 [ leggi altri commenti di Piergiorgio » ]

Mi aveva colpito il titolo della tua poesia...potrà mai morire un bacio, pensavo?
I tuoi versi possiedono la verità semplice ma granitica di certe espressioni di Walt Whitman "Io sono colui che ha un angoscioso desiderio d’amore..." o il tratto realistico e malinconico dei poeti della beat generation.
La chiusa segna il passo quasi come epica della quotidianità:
"Scontare la pena vivendo per sempre."

In fondo è la battaglia del nostro tempo, di ogni tempo forse, cercare quell’amore vero, puro, disinteressato in un mondo incapace di amare, rapito dal fascino perverso della vanità, dove i valori si misurano negli zeri del conto bancario. Sarà che anche la mia barba si è fatta bianca e ferrigna, ma ho trovato un’affinità nei tuoi versi, un qualcosa di autenticamente "poetico". Un caro saluto

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