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Elogio della camera oscura

Elogio della camera oscura

C'è troppa luce al centro
troppe telecamere
sulle porte delle bocche,
come se l'essenza fosse
una somma di pupille
che ci forma dall'esterno.

La direzione artistica delle ombre
è stata appaltata ai despoti virali
e i proletari della depressione
sprofondano impotenti
come esausti amanuensi
senza chiostro da salvare.

C'è troppa luce al centro
e i bambini sanno tutto
tranne i giochi a cielo aperto
e gli adulti stanno all'erta
pedinati da qualcuno
che non sanno distanziare.

Ma il sogno vuole l'ombra
la poesia la luce obliqua
il desiderio il morso al buio
l'infinito le mani scorticate
dei pescatori di ritorno
all'imbarco mentre albeggia.

C'è troppa luce al centro
e dovremmo rincasare
a cercare presso il cuore
arcane vie carovaniere
che si accostino alle entrate
con la mente riverente.

 Klara Rubino - 21/01/2020 16:33:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]

In questa tua poesia ho scoperto un sentire diverso sulla luce, che esce dalla stereotipo di luce-ombra come bene-male, anzi lo ribalta; ma in realtà non si cerca l’ombra, piuttosto una luce obliqua, ecco mi schiero con la poesia : è la poesia che vuole luce obliqua.
E ancora più apprezzo l’infinito, rappresentato dalle mani scorticate dei pescatori che all’alba tornano all’imbarco: la resistenza al dolore dell’uomo, la tenacia a fin di bene...
quei valori di dignità e il sacrificio rivolto a chi si ama che tanto contrastano con la luce artificiale dei nostri tempi, con la troppa attenzione rivolta alle immagini, con le pupille che guardano l’esterno e
sull’ esteriorità riflettono loro stesse, all’esterno rimbalzando, senza rivolgersi all’interno mai.
Grazie Federico.

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