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al testo di Federico Zucchi
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Ode alla presenza
È nel presente che il distante si rivela è nell'oscillare della tenda giù in cucina che il vento fa esperienza e ci offre il solletico del cielo. È nelle dita tremolanti, nelle unghie, nella carne che l'amore trova essenza senza ritirarsi nell'aureola sognata. La libertà ha bisogno di violare le catene l'alunno esausto vuole un banco poggiatesta e il filosofo eremita fa il suo pediluvio dentro il brodo primordiale delle stelle. Le poesie sono rosse funivie che si posano sui fogli per testare il proprio peso. Anche i ricordi si servono degli oggetti per non varcare a piedi scalzi la frontiera e pure Dio, che talvolta sembra assente, sconfessa la didattica a distanza perché l'essere corale è giocoforza amalgamato nel vivente che incontriamo. È la presenza che rende vero l'invisibile, è la presa di un amore a salvarci quando è sera, è negli occhi che sferraglia la preghiera. |
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