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al testo di Federico Zucchi
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La portata del respiro
Spinto dal respiro di mio figlio addormentato navigo nella notte oltre la melma del mondo. Chiudo gli occhi e punto una baia distante dove il mare è una madre radiosa. So che appena fuori dalla stanza non si placherà lo sciame dei notiziari e nel parco dietro la chiesa resterà inchiodato alla ghiaia l'angelo del Milite Ignoto. È scuro là fuori e ad Oriente le bombe hanno occhi d'orefice cieco e i corpi si stringono ai calcinacci dei muri portanti come vocali slacciate dal verbo. Spinto dal respiro di mio figlio addormentato mi riverso dentro un fiume che precede quanto è buio. Qui m'inchino. |
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