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al testo di Franco Bonvini
Unico corpo
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Nel sogno sei così sfumata come in un blur di photoshop sarà che al risveglio fatico a ricordare però ne ricordo l'incanto. Allora provo a disegnarlo e dipingo una vagina tra le gambe del sogno con pennellate feroci e marcate dipingo e poi la sto a guardare penso che non ne sono degno perchè non è mai origine o nascita ma è meta e desiderio di possessione. Desiderio di entrarci in quel buio profondo che ho disegnato di andarci dentro ad abitare e non volerne più uscire o non riuscirci più. Ma non c'è lo stesso incanto del sogno così prendo e sfumo tutto con un blur di photoshop. E d'improvviso il mio corpo è il tuo corpo e il tuo il mio il mio sesso è il tuo e il tuo il mio è ancora incanto non importa più cosa c'è tra le gambe se sei tu che vieni ad abitare in me.