Sun chi a ciapà un pù d'aria buna è l'alibi di tutti i sognatori sulle rive quasi avessero pudore dei pensieri che nascono sulla pelle sottile dell'acqua. Sun chi a ciapà un pù d'aria buna e intanto fumo, sigarette e desideri guardando verso l'ultimo sole sole che resta ancora un po' e che trapassa i rami per far brillar le onde e indorare il lago mentre altre cose invece piano svaniscono nell'ombra. Sun chi a ciapà un pù d'aria buna ma non sembro nemmeno qui confuso nell'oro che splende sul lago ascolto profumi, annuso silenzi nell'ora muta delle fate. Sun chi a ciapà un pù d'aria buna ma tu lo sai che non è così sulla pelle del lago vedi schiene e seni come onde inarcati al cielo mani accarezzanti la pelle nuda il bosco qui attorno è capovolto capovolte le radici come gambe al cielo. E proprio mentre guardi quella che hai sognato ieri quella che pensavi non tornasse più invece è proprio lì dentro agli occhi cavalca ancora il suo unicorno e sogna forte i sogni miei son sogni che conosce bene, e per questo viene. Poi fruga con le dita tra le cose sue più intime e segrete tra le mille scatole di meraviglie ancora da venire per trovarne una che ho già sognato come una piccola chiave di una botola segreta dove passa l'unicorno rosso proprio alle radici della gioia. Eppure sembro qui solo a prendere un po' d'aria buona.
|
|
|