Il buio stamattina come una perdita; un lungo addio di strade, cavalcavia e binari nel diffuso grigio di un autunno estraneo
Le tue parole sono sangue
ed io, vena. Sicché loro scorrono e io sto con l'usura delle cose consumate dal flusso, mai vuota eppure incapace di trattenere
D'improvviso, siamo orfani destituiti da ogni fondamento : un canto vuoto, senza la cassa di risonanza dell'amore
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Fausto Torre
- 24/10/2013 13:45:00
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la prima strofe che fa da cappello al cuore di questa poesia immette nel tuo stato d’animo. Mi colpisce quella funzione misteriosa e difficile da spiegare delle parole come flusso di questo contenitore vena che sembra pulsare di ricerca di senso.
L’assertività dell’ultima è inesorabile. Ci sono passaggi intensi e difficili. Per questo fortemente poetici.
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Franca Figliolini
- 21/10/2013 23:04:00
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cristina, leonora, loredana, grazie moltissime. loredana, sì, sono una matematica di formazione, anche se adesso faccio tutt’altro :-)
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Loredana Savelli
- 21/10/2013 19:07:00
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Mi permetto di dire che la tua chiarezza di pensiero (sei una matematica, vero?) si riflette nella chiarezza di espressione. Apprezzo molto e l’una e l’altra (e, per quanto mi riguarda, la ricerco).
Ciao!!
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Leonora Lusin
- 21/10/2013 15:14:00
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Le due prime strofe accompagnano sostengono la magistrale conclusione:davvero molto intensa.
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Cristina Bizzarri
- 21/10/2013 13:36:00
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Intera col sentire, necessaria. Di qui:bellissima!
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