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al testo di Arcangelo Galante
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Precipitano fulminee invettive su di uno scrivere non accettabile. Giunge impetuoso l’impavido vento a spazzare via parola amabile.
Mugghia la protesta del falso migliore, il cielo rabbuiando, dei naviganti. Meteoriti di condanne ed offese al suolo si schiantano, devastanti.
Sfuggono da quell’umana comprensione, opponendo resistenza nell’attacco. Apocalisse… si inizia a generare, libertà di idee, ridotta a uno smacco.
Mai allora si crede distrugger se stessi, ignorando ciò che viene irrivelato. Nessuno può gestire la situazione, collera e uragano restan senza fiato.
Il sereno fatica a ricomparire, dei bugiardi, solamente il clima resta. In vetta si va con superbi alleati, malessere rende pöesia funesta.
Già incombe la coltre dei primeggianti, onnipresenti, affacciati alla vetrina. Arrivano i quattro a distrugger le voci, verità inascoltata, più di prima.
Per giocare sempre alla guerra virtuale, qualcheduno, pare abbia tirato a sorte. Crollan opinioni del canto sincero, cedendo ad altri il potere della morte.
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