Se sei bugiarda, che vuoi che mi freghi, di quel vecchio Socrate e dei suoi colleghi? Parlava di etica, di cose profonde, mentre tu inventi solo scuse rotonde. Non l’ho mangiata, ché era già finita, giuro che io l’ho appena capita! E mentre argomenti con arte molesta, in cielo, Socrate, si gratta la testa. Verità è virtù, declama solenne, così rispondi: Ci pensi tu, alle penne? Io preferisco una bugia carina, è più leggera e va a braccetto in cucina. Il cane colpevole, il vaso caduto, la tua fantasia vola in un minuto. E se lui t’incalza con logica stretta, gli dici: Mi scusi, ma ho molta fretta. Socrate s’arrende, sconfitto dal gioco, mentre tu ridi e sparisci in un sol tocco. E alla domanda che il mondo si pone: Chi se ne frega? Rispondi: che buffone.
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Arcangelo Galante
- 21/01/2025 18:53:00
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Comprendendo i “dispetti” della tastiera, so benissimo quanto tu conosca la grammatica e lo scrivere correttamente in italiano. Quindi oltre a sorvolare sui refusi, anche Socrate ti giustificherebbe pienamente. Afferro l’occasione di lasciarti la medesima risposta, adoperata in un differente contesto scrittorio, avendo riscontrato affinità di opinione tua, in altri lettori. Apprezzo molto tu abbia letto il testo più volte, dimostrando un’attenzione particolare non solo al contenuto, ma anche al messaggio sotteso. Concordo pienamente sul fatto che la figura di Socrate, oggi come ieri, rappresenti una sfida per molti. Il suo costante interrogare, il desiderio di andare oltre l’apparenza per scoprire ciò che sta nei “nostri abissi mentali”, è un esercizio che richiede coraggio. È vero, spesso si preferisce rimanere in superficie, navigando solo in ciò che è immediato e visibile, forse perché le profondità spaventano o mettono in discussione certezze. Ho altresì trovato particolarmente interessante la tua riflessione sul “vaso colmo del niente”, una metafora molto esplicita, perché evidenzia come una vita vissuta senza introspezione rischia di divenire sterile, priva di autenticità. Tuttavia, questo pensiero porta anche a riflettere sull’importanza di accettare le diverse modalità con cui ognuno si avvicina alla verità. Non tutti sono “Socrate”, né tutti aspirano a esserlo, e va bene così: l’essenziale, come hai scritto, è rimanere fedeli a se stessi, rispettando al contempo gli altri. In fondo, Socrate non giudicava, ma poneva domande. Forse il suo vero insegnamento sta proprio nell’invitarci a fare altrettanto con noi stessi e con il mondo, senza perdere quella “purezza del nostro essere” di cui parli. Preparati o impreparati, l’importante è vivere con onestà e con un senso di rispetto verso ciò che ci circonda. Sereno prosieguo di settimana, gentile collega di penna. Con cordialità, saluto.
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Rita Mura
- 18/01/2025 19:29:00
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Per gli errori grammaticali mi scuso ma è colpa di questa diavoleria di tecnologia che si dice intelligente ma poi fuorvia le parole a proprio comodo!!!
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Rita Mura
- 18/01/2025 19:24:00
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Ho letto più volte questo testo che trovo molto interessante perché in fondo amo la complessità delle cose. Sono molte le persone che deriderebbero un Socrate perché a nessuno piace chi approfondisce qualcosa o cerca di comprendere al di fuori di un qualsiasi studio. Si ama mettere luce alla semplicità delle cose conosciute o comprese, volando a pelo dellacqua sul visibile e non profondo nascosto nei nostri abissi mentali. Si inventano bugie, si copiano realtà o se ne creano di non veritiere e il povero Socrate è lì silenzioso a osservare e a chiedersi se è lui a sbagliare o a sembrare così diverso. Il vaso prima o poi è talmente colmo del niente che trabocca e nella logica del ragionamento qualsiasi verità viene ripescata se limpida nel suo mare. Perciò nella vita bisogna capire chi è veramente Socrate ma forse al di fuori di chi sia, è meglio che rimaniamo nella purezza del nostro essere, preparato o impreparato, limportante colmo di senso proprio di rispetto per sé è gli altri. Con questa riflessione giusta o sbagliata ma comunque ragionata ti auguro una buona serata e un buon sorriso.
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