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Respinto

Cerca la lite, la rabbia lo guida,

l’insulto si veste di falsa sfida.

Non accetta il silenzio, né quiete,

nutre livore che il cuore gli miete.

 

Dietro lo schermo, col dito accusante,

si crede maestro, fiero e arrogante.

Ma dentro l’animo, un vuoto profondo,

or prigioniero del suo stesso mondo.

 

Distrugger vorrebbe, mordere forte,

sputa un veleno che chiude le porte.

E mentre si illude d’esser vincente,

ogni malesser, lo brucia, silente.

 

Però il virtuale divien prigione,

un’eco che urla la sua frustrazione.

Chi s’allontana gli mostra il confine,

che mai varcherà, col suo mal sottile.

 

Così si consuma, un fuoco che langue,

dal rancor distrutto, veleno dell’angue.

Resta sì, l’hater, un’ombra nel vento,

che lotta col nulla e perde ogni intento.

 

 Arcangelo Galante - 22/01/2025 19:23:00 [ leggi altri commenti di Arcangelo Galante » ]

Hai colto un aspetto fondamentale della dinamica descritta nella poesia, ovvero, il paradosso del virtuale, che da un lato sembra amplificare le emozioni e dall’altro le rende, come hai ben detto, intangibili.
Lo schermo ha il potere di mascherare e distorcere, ma anche di rendere evidente la fragilità umana. Le parole, quando sono cariche di rancore, possono colpire profondamente, perché trovano nel destinatario un terreno fertile, magari già ferito o sensibile. Tuttavia, come hai osservato, la loro forza dipende spesso dalla nostra percezione e dal nostro grado di coinvolgimento emotivo. Quel “click” per spegnerle è una possibilità reale, ma non sempre facile da attuare, perché il veleno psicologico ha la capacità di insinuarsi in profondità.
Con questi versi ho cercato di mettere in evidenza il circolo vizioso in cui chi si nutre di odio finisce per essere vittima di se stesso. Il web diviene prigione, proprio perché crea una realtà alternativa in cui ci si illude di avere potere, ma in realtà si alimenta un senso di vuoto e solitudine.
Ho molto apprezzato la tua riflessione sul “vento lieve” che può portare sollievo e spegnere quei falsi fuochi. È un’immagine che racchiude speranza e ci ricorda che abbiamo il potere di scegliere come rispondere, sia alla crudeltà che incontriamo, sia ai nostri stessi turbamenti interiori. Ti ringrazio davvero per aver condiviso questo pensiero con me, che arricchisce e amplia il senso di ciò che ho voluto esprimere.
Grazie per la corroborante riflessione offerta dall’oculato contributo lasciato.
Sempre ammirato dalla tua educazione e gentilezza, ti prego di non privarcene mai, il sito ha bisogno di simili esternazioni.
Cordialmente saluto, augurando una tranquilla serata e un ottimo riposo ristoratore.

 Rita Mura - 22/01/2025 08:19:00 [ leggi altri commenti di Rita Mura » ]

La società odierna mostra un aspetto che colpisce se raffrontata su un tempo non molto lontano. Come fa quello schermo a creare ferite? Può conferire emozioni o portare accuse? Nella tristezza del pensiero ci si rende conto di come le parole siano già crudeli se conferite di persona e di quanto queste possano divenire acute se coperte da uno scritto che in realtà non si è mai ’rivelato’. Quel fuoco virtuale diviene se si riflette, un falso fuoco in quanto non tangibile, un veleno inferto psicologicamente ma così lontano che basterebbe un click per spegnerlo. Si vaglia perciò un offesa, un essere ’respinti’ perché nel profondo nessuno conosce nessuno già di persona figuriamoci nel web. Con questo mio pensiero ti porgo un quel vento lieve ma che dona sollievo e allevia ogni nostro brutto pensiero. Ti auguro una serena giornata.

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