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al testo di Arcangelo Galante
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C’era una poetessa, gran figura, che si imponeva con santa premura: “Scrivete poesie, tornate all’arte, lasciate i litigi, state in disparte!”
Si ergeva solenne, nella saggezza, con aurea in testa (forse… sol mezza), in ogni sito, con buon zelo e ardore, predicava pace, con gran fervore.
Ma appena un autore il verso sbagliava, con rime affilate, lei lo stroncava! “Scrivi banale, sei troppo arrogante. La tua metafora? Imbarazzante.”
Pareva pacata, buona e devota, chiunque attaccava con penna remota. D’un tratto un poeta, stufo e perplesso, chiese, ridendo, con fare sommesso:
“Oh santa pace, non è un controsenso l’amor predicare, con tono intenso? Se vuoi intesa, perché ti accanisci e, nei tuoi versi, sempre colpisci?”
Lei lo guardò con un’aria seccata, poi scrisse un poema su tal “entrata”. Così continuò, la gran poetessa, a far la morale… sempre indefessa!
N.d.A.: Ogni riferimento a persone e fatti è da considerarsi assolutamente casuale.
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