M'afferra per mano l'immagine dello specchio dopo aver spento il tramonto senza più alcun riverbero di luce. Per assaporare vermigli colori cui intingono le idee di un'anima sospesa in un mondo che non le appartiene nella notte infinita mi conduce. Ora che il tempo delle pene ha perso la sua resistenza trasportare mi faccio in quell'aulica dimensione per gustarne pace e gioia. Strappata da un indesiderato riflesso che la vita senza remore per suo divertimento m'ha donato senza noia. Conto i battiti che mi separano da quella distanza divenendo polena preziosa per coloro che ammirare mi vorranno. Ombra più non sono né immagine sfocata... indispensabile a chi realmente vuole specchiarsi l'anima senza affanno. Completo quel mosaico d'antica appartenenza dalla nascita a me negata. N.d.A.: pubbl. il 12/02/2008.
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Arcangelo Galante
- 13/02/2025 06:58:00
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Ripropongo, anche in questo sito, un componimento molto datato, perché a quei tempi non esisteva l’AI e neppure altri piccoli “aiutini digitali”. Bisognava esclusivamente impegnarsi, provare e riprovare a verseggiare, al fine di giungere a un medio o discreto risultato, usando estro, passione e abilità. Grazie per avermi letto e buona poesia a tutti.
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