LaRecherche.it
Scrivi un commento
al testo di Marco Galvagni
|
|||
Il prodigio è lambire l’ali della chioma corvina, amarti sotto la luna benevola nonostante questo muro infinito dischiudendo smisurate strade opposto all’ombra.
Come il carpentiere costruisco la luce d’amore; se il tuo cuore lo eclissa non sei qui ma il mio corpo freme, le stelle dei tuoi occhi ambrati brillano nel firmamento.
Il vero prodigio sarà di non nascere in te di essere assente primavera sfiorita in cui non trillano i merli, il velluto dell’erba è un fiume limaccioso.
Chimere invernali baciate da carezze d’abbacinate farfalle. Conosco il tuo cuore, i tuoi seni m’infondono un senso di libertà fisica, conosco i tuoi occhi di formica intelligente: si schiudono nei miei malgrado il mio sogno di cieco. |
|