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al testo di Marco Galvagni
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Quello che osserviamo è un battello di sogni, un veliero che ondeggia in un dolce fiume recando una donna che gioca all’amore.
Nel culmine di primavera, con l’incipiente estate, una frenesia di risate in un giardino lussureggiante.
Alle porte di ogni alba vi sarà un gallo che frantumerà il tappeto delle stelle su rulli di vivacità.
Sei una bocca avida nascosta sotto le nuvole delle tue palpebre dispensiera di sogni nel silenzio, collana spezzata dalle mie parole ribelli.
Sei la bocca del mio giaciglio, selvaggia, creata per me, bocca immemore d’ancestrali parole- bocca già illuminata dai miraggi della neve.
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