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al testo di Gaudenzio Massi
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C'era il senso ora perduto
Là nei campi e nelle stalle Ogni azione era collegata Per la famiglia affamata Le famiglie eran numerose Quattro figli con le spose Che accudivano generose Niente spassi niente rose C'era fila nell'androne In cantina il peperone Vi era la nonna mattutina Sempre pronta a gobba china Poi nella stalla fiero Fischiettava mattiniero Il boaro al suo bestiame Mentre sgombrava il letame Col tridente e col badile Ogni mossa era suo stile Alle mucche la sua polpa Senza mai sentirsi in colpa C'era la mamma coi bambini Che sembravano pinguini Li accompagna al cancello Le affidava poi al bidello Un bacio e una carezza Col rimpianto ché certezza Mentre noi a scuola per imparare Lei nei campi a lavorare Nella testa aveva un pensiero Del domani lusinghiero Per il figli senza fatica Della gloria che era antica Negli studi da ignoranti Siam comunque andati avanti Era meglio il giorno vero Che mio padre andava fiero Se ripenso a quegli istanti Ho il ricordo qui davanti Mentre scrivo questi versi Penso che infine ci siamo persi Ora vedo gente strana Che ti vede e gli occhi sgrana Per un colloquio senza senso Un buongiorno ché melenso Si ritrova in un locale Per saluto conviviale Ma fa attenzione al gradino ....e pensa al suo giardino Pensa sempre che sia più verde Mentre intanto la borsa perde Gli hanno insegnato ad arrangiarsi Senza diritti ad aggrapparsi Son già morti ed ancor non sanno Gli han tolto il pensiero con l'inganno Col la scatola in salotto È diventato un terno al lotto Gira gira il mondo intero Tanto non ne sarai più fiero Nelle banche oro colato Del potere articolato Se vuoi il mio pensiero Lucido e condottiero Non si deve guardare avanti Per star bene tutti quanti Qui lo affermo e ve lo dico Le mie parole benedico Non vi offendo per compassione Difendo la vita per missione Per non sentirci tutti falliti I diritti vanno garantiti Quando nasci sei felice Se lo Stato garantisce Finché avrò voce in gola Ci sarà una parola sola Se i fatti fan la Storia Io ho perso la memoria Io rinnego questo stato Dove mi alzo rinnegato Lavorando da mattina a sera Senza mai una giornata vera Condanno chi con leggerezza Soffia sempre sulla brezza Per scaldare la giornata Di chiacchiere spronata Parla parla ma non dice Ed è sempre una cornice Senza mai proporre progetto Di un famoso architetto Ed il quadro vuoto resta Non ha capo è senza testa Tutti pronti a far la rosa Di una squadra generosa Mentre il vento li sospinge Dietro il volto della Sfinge Senza più remare contro Al destino vanno incontro |
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