Ci sono cose che neanche la poesia sa raccontare, quasi mi abbandona, l'abbandono, non più complice di un tale affanno inveritiero. Un fluido denso di ribellione, uno schiaffo lacera il silenzio immutevole: Basta! C'è chi usa la poesia per commettere crimini contro l'anima e mutare l'ignominia in verso, parole sporche di catrame di lingue inquinate divengono beltà del verbo su certi taccuini. Bada, lì dove l'Io prende forma l'ipocrita canta e ruba l'amore ai gentil boccioli, l'ultimo alito di preghiera impiccato ad un abbraccio bugiardo. Povero uomo senza cammino solo indietro il tuo arido esistere, brucia l'iride nel girone dell'inferno, vacuità di costole nutre il tuo destino, nessuna pietà per il sangue bevuto, il Sé è deceduto, carne meschina non abita l'amore. Genni Morganella
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Genoveffa Morganella
- 20/12/2017 23:25:00
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Grazie Arcangelo Galante per aver compreso l’essenza di questo scritto.
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Arcangelo Galante
- 19/12/2017 14:25:00
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Una lista di veritiere considerazioni, enormemente significative, nelle quali la poesia dimora, perché, dentro e fuori a ogni aspetto delle cose dell’uomo, essa si trova. Tutto è degno d’essere assaporato e vissuto, con quel lato poetico che abbellisce l’esistenza umana. E bisognerebbe proprio adoperare un poco, o, perlomeno, totalmente e quotidianamente, la "poesia", per non sprecare alcun attimo sfuggente, soggetto all’inesorabile precarietà del tempo umano, senza però, farne strumento, allo scopo di nuocere alla gente. Ottime riflessioni introspettive, gentile Genoveffa. Cordialmente, saluto!
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Klara Rubino
- 19/12/2017 12:28:00
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Davvero un gran bello schiaffo!
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