LaRecherche.it
Scrivi un commento
al testo di Ferdinando Giordano
|
|||
Prendiamo ad es. il primo vascello. Era di tutt’altro genere: nodi enormi, scheletri di fendenti, una ciurma di insetti, ecc. Prendiamo - solo per farci un’idea - la vela che non c’era: foglie o volumi di legno battenti l’aria che spingeva. Le braccia si facevano rotte alla buonora. Era l’ignoto orizzonte bandiera chiglia e tolda di un albero vero.
Facciamo adesso che sia atmosfera il molo velleitario dal quale agitare il fazzoletto di terra. Diciamo saluto lo sventolio del sogno sotto la tesa del cappello azzurro con l’umido in pectore. A noi tocca il bagaglio in uno spazio risicato - in pianto stabile - e il necessario in memoria.
Saremo l’orologio del cosmo con le stesse lancette di Colombo. Ora fate magie vergini intese.
|
|