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al testo di Ferdinando Giordano
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Serve il tepore adesso come prestarti attenzione a corto raggio per ricevere gratitudine immediata da un piccolo segno di rossetto sulle labbra capaci di fare la differenza con la lingua coinvolta. Ti chiedo di perdonare anni alla mano, stagioni alle rughe, ricorrenze ai tremori, qualche volta una carezza di troppo è per un giorno una diga che non cede per carattere come i tipografi di Kiev che stampano BASTA nello stesso corpo di GUERRA. Ma è in noi il primo campo di battaglia e che lo si ammetta: il sangue ribelle va per trincee anche tradotte in vena. Il cuore dà quei colpi solo per certi bersagli.
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