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al testo di Ferdinando Giordano
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Non sono maturato abbastanza: il raccolto più che moltiplicarmi ha prodotto una somma di aneddoti invece di un racconto di successo. acconsentendo piano a piano ai sacchi di tela ruvida come l’orgoglio ma capienti da capire perché, sono sulla terra a riempire la mia anagrafe di resti. Da allora dalle zolle si vede già una parte di polvere e una parte di cedimento strutturale. Come sarebbe una frana se non avesse un torace di sedimenti? Non temo la sabbia, sacerdotessa dell’incoerenza: la sabbia che non ha un cognome di ferro, ma un futuro al vento. Questo è l’unico argomento. I fatti, in quanto tali, non possono rifarsi, scivolano uno sull’altro, sovrapponendosi agli spazi, normalmente confini di parola. Nella trama i solchi sono declivi e tono. Come tradurlo ad una duna? Soprattutto, vox clamantis in deserto, quel granello tratta col vento per fare la spiaggia libera superato l'oceano. Mi venne dato l’oceano necessario e gli strumenti per farmi spazio. Non stella, nè faro o altro marchingegno. Solo insegna di un deposito di corallo che sbarca il lunario, come un sacco mi pare.
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