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Ebbrezza di Marzo

È Marzo. S’infiltra più gentile

tra le ringhiere e i muri di cemento 

e fende le vetrine già fiorite

un raggio di sole che gradualmente

diviene più gagliardo. 

 

Ancora nei cortili e lungo i viali

tacere pare il platano ed il pioppo

mentre nei rosai e sul ciliegio spoglio

giacciono trepidi i nuovi boccioli

e fremono le strade. 

 

Ma il giallo dei ranuncoli risplende

e tripudiano ormai di margherite 

i prati nelle campagne ricreate.

Ricordi miei di altre primavere

che brillano altrove

 

e con me viaggiano verso il tramonto 

ma anche qui, oggi, la stagione novella

respiro, nel bagliore di sfreccianti

lamiere che ferisce le pupille 

trasognate ed ingenue.

 

Io cantore del duemila m’aggrappo 

ai rottami d’un sonetto cercandovi

le antiche percezioni ma raccatto

un’ebbrezza fugace alienandomi

da inviso mutamento.

 Giulia Bellucci - 09/03/2019 22:52:00 [ leggi altri commenti di Giulia Bellucci » ]

Grazie Grazia. Un saluto.

 Graced - 08/03/2019 20:15:00 [ leggi altri commenti di Graced » ]

Il rinnovamento della natura che con il suo nuovo germogliare, il tepore del sole e la carezza del vento ci fa rivivere ed apprezzare la nuova stagione. Versi armoniosi alla lettura che ho molto apprezzato Giulia. Un caro saluto!

 Giulia Bellucci - 08/03/2019 14:38:00 [ leggi altri commenti di Giulia Bellucci » ]

Grazie Franca, rinnovo a te gli auguri e provvedo a leggere il testo che mi proponi.

 Giulia Bellucci - 08/03/2019 14:36:00 [ leggi altri commenti di Giulia Bellucci » ]

Klara, rinnovo gli auguri anche a te.
Grazie perché hai colto in pieno il tema che volevo trattare.
Volevo mettere in evidenza la stonatura che emerge tra le primavere bucoliche, che stanno bene nei sonetti, d’un tempo e quelle che osserviamo oggi aprendo le imposte al mattino. In particolare parlo di me stessa, che sono cresciuta in campagna. Allora la primavera la vedevo in ogni angolo che la mia vista poteva captare. Ora vivo in un paese ed è difficile ritrovare gli stessi segnali con la stessa intensità. È cambiato quello che ho davanti. Immagino che nelle grandi città sia ancora più difficile.
Accetto la tua modifica e la metto in atto, perché rende la composizione armonica con il senso che volevo dare.

 Franca Colozzo - 08/03/2019 13:01:00 [ leggi altri commenti di Franca Colozzo » ]

Armoniosa poesia in cui splendono i fiori più umili sui prati, così come le rose o i fiori di ciliegio nei giardini, in un improvviso rigoglio di colori e odori. Ci inebriamo di essi ed attraversiamo i giorni in un tripudio di essenze che alleviano le pene quotidiane.
Proprio il sole, con la sua luce più calda e prolungata nell’arco del giorno, accompagna i nostri pensieri, stemperandone le amarezze.
Una musicale e pacata poesia in cui si respira aria di primavera.

Colgo l’occasione per fare a te, a Klara e a tutte le donne del sito gli auguri più sinceri di una nuova alba per l’universo femminile, che non veda più vittime di violenze e soprusi.

Dedico a te, madre esemplare, e a tutte le donne in generale questo mio componimento, riveduto e corretto, di protesta in occasione di una festa che dovrebbe durare un anno intero e non essere confinata in un solo giorno. Felice giornata.

https://www.larecherche.it/testo.asp?Id=52553&Tabella=Poesia

 Klara Rubino - 08/03/2019 12:09:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]

Buongiorno Giulia ed auguri grande donna, grande mamma!

La prima parte della poesia è un po’ Carducciana, dal mio
punto di vista si fa più interessante quando entra in scena la contemporaneità con
" ma anche qui, oggi" e con "il bagliore di lamiere sfreccianti".
Pare quasi che questo tema prenda il sopravvento: quello del contrasto o del tentare un’ armonia o di una scelta tra il sentire amato, che appartiene al passato, ed il rilevare la realtà e parteciparne.

Porti a galla il disagio circa l’anacronismo del sonetto, ma anche l’aspirazione al bello, che si rileva però " ebbrezza fugace" mentre compaiono " trepidi i nuovi boccioli

e fremono le strade. "



"Io cantore del duemila m’aggrappo

ai rottami d’un sonetto cercandovi

le antiche percezioni ma raccatto

un’ebbrezza fugace alienandomi

da inviso mutamento."


Personalmente la farei più spettinata, contemporanea, a fini espressivi più che estetici. (non modifico una parola, solo la versificazione)


È Marzo.
S’infiltra più gentile tra le ringhiere
e i muri di cemento e fende
le vetrine già fiorite
un raggio di sole che gradualmente diviene
più gagliardo.

Ancora nei cortili e lungo i viali tacere pare
il platano ed il pioppo
mentre nei rosai e sul ciliegio spoglio giacciono
trepidi
i nuovi boccioli.

E fremono le strade.

Ma il giallo dei ranuncoli risplende
e tripudiano
ormai di margherite i prati nelle campagne
ricreate.

Ricordi miei di altre primavere che
brillano
altrove.

E con me viaggiano
verso il tramonto.

Ma anche qui,
oggi, la stagione novella
respiro,
nel bagliore di sfreccianti
lamiere
che ferisce le pupille
trasognate ed ingenue.

Io, cantore
del duemila
m’aggrappo
ai rottami d’un sonetto
cercandovi
le antiche percezioni

ma raccatto
un’ebbrezza fugace
alienandomi da inviso
mutamento.


 Giulia Bellucci - 08/03/2019 11:03:00 [ leggi altri commenti di Giulia Bellucci » ]

Grazie a voi tutti: Giovanni, Laura e Edi.

 Edi Davoli - 08/03/2019 09:12:00 [ leggi altri commenti di Edi Davoli » ]

Giulia l’emozione del ricrearsi della natura! Grazie e un abbraccio

 Laura Turra - 08/03/2019 05:36:00 [ leggi altri commenti di Laura Turra » ]

La visione della primavera in quelle “campagne ricreate”: bellissima!
Una poesia che ho davvero apprezzato. Un abbraccio, Giulia!

 Giovanni Rossato - 07/03/2019 21:35:00 [ leggi altri commenti di Giovanni Rossato » ]

Freschissima e nuova come questa primavera.
Grazie per i tuoi versi

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