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al testo di Giuseppina Iannello
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Dai sogni infranti
senza una ragione, rifulse il pianto di un dolore antico. Da quell'ultima estate che ci vide volte al tramonto, sulla riva amena, un pensiero riporta alle ferite che tu celasti a me, lungo il cammino. Madre, là, sulla costa, noi restando sole, il dì scrutammo, mano, nella mano e auscultammo il silenzio: vermiglie luci, mistica poesia, mare... Ricordi... La malinconia... Udivo nella voce tristi, vibranti note e poi, un singulto greve che giunse fino al cielo. S'apprestava la sera ed al mio cuore, così parlasti, madre: “Figlia, dai tuoi vent'anni, non colsi mai la gioia; tralascia i sogni infranti; c'è una ragione in più.” Discese nel mio cuore un tremito infinito: “Mamma, se voi piangete, vivere, non potrò.” |
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