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Silenzio

 
Ho paura della solitudine
ma anche dei nostri silenzi.
 
E’ divenuta un campo
scevro di verde
e senza usignoli la nostra casa.
Vige un silenzio perenne
tale da rendere l’azzurro cielo
pregno di un’aura densa
di polvere grigia
che si deposita sul cuore
divenendo fantasma nefando
di quell’armonia
che fu gioioso canto.
 
Anche la notte
racconta di parole mute
senza alito né labbra
sospese
su matasse di malinconia
a chiosare
le nostre illusioni perdute.
 
Grazia Denaro

 Graced - 22/03/2021 17:49:00 [ leggi altri commenti di Graced » ]

Grazie della visita a Vincenzo Corsaro, a Franca Colozzo ed a Giovanni Vavassori e grazie per aver apprezzato i miei versi. Un caro saluto a voi tutti da Grazia.

 Gianni Vavassori - 17/03/2021 12:50:00 [ leggi altri commenti di Gianni Vavassori » ]

Bella poesia, grande anima nei tuoi silenzi. Ciao un abbraccio

 Franca Colozzo - 16/03/2021 22:28:00 [ leggi altri commenti di Franca Colozzo » ]

Bella questa poesia che sa di silenzi ma anche di parole sospese nell’etere, parole non dette, pensate, soppesate ed inespresse. Quasi per paura di parlare, rompendo così la monotonia di questo tempo-non tempo di cui stiamo assaporando il gusto amaro.
Ci si avvolge nei nostri silenzi come in un mantello per difenderci da ataviche paure, da un mondo che è come l’"Urlo" di Munk" nell’attimo stesso in cui ci spaventiamo anche della nostra stessa ombra.
Passerà, come tutto passa, e racconteranno i posteri del nostro tempo come noi raccontiamo della Febbre Spagnola, sempre che nell’ombra non trami un altro virus sepolto tra le foreste pluviali. Infatti, di là usciranno altri mostri simili al Coronavirus se non fermeremo subito questa corsa allo sfascio di un mondo affidatoci integro da Dio. Buonanotte, Graced. Un abbraccio dai silenzi che inondano questa notte stellata e fredda.

 Vincenzo Corsaro - 16/03/2021 19:53:00 [ leggi altri commenti di Vincenzo Corsaro » ]

Le oblunghe ombre della notte
scesero su di me,
portarono cesti colmi di solitudine
avvolte dall’odore della fine
e del cuore lacerato non rimase che un silente grido.

Le illusioni fuggirono,
le speranze furono ingoiate,
le lacrime si dispersero agli angoli del mondo,
la mia dignità stesa su ciottoli imbiancati
fu calpestata dall’indifferenza,
la luna si tinse di rosso sangue
e il sole indossò un grigio mantello.

L’anima pianse e la vita invidiò la morte,
il mio sogno fu distrutto e tutto fu perduto,
tranne i ricordi, e uno su tutti:
il ricordo di colui che causò la mia nascita
e la mia morte.
E costui fu chiamato Amore [...]

Grazie per il commento, in effetti rendere felici gli altri rende felici noi stessi. Sempre velate di tristezza le tue poesie, ma credimi... col tempo si dissolverà e parlo per esperienza come avrai notato sopra. Cambia modo di pensare, dirigi altrove i tuoi pensieri anche se non sarà facile all’inizio e pian piano riabbraccerai la serenità. Buona serata Grazia e un carissimo saluto:)

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