Ricordare e ritrovare… Ciò che se ne è andato, rubato, di immagini, voci, odori, sapori, tocchi, mentre passa il vento lungo, su e giù tra le strade, dentro le case. Sopra sassi informi inciampa la fede di chi non crede e ferite sono già le ombre cieche che parlano alle menti, con un teatro di paura e menzogne. È polvere prigioniera, forse, del buio: mentre tornano alcune ore, punendo il freddo d’ogni anniversario, chi non ha più lacrime solo la solitudine ha da combattere. Poi resta ancora cenere nella memoria: vedere un bimbo che lavora, chino a trovare su un muro un nome da dire, parole da scrivere con la neve, per sapersi un po’ libero dal fuoco e dalle sirene.
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Salvatore Pizzo
- 09/11/2023 01:09:00
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Che dirne? Difficile dirne, se a parlarne è già qualcuno molto più ferrato e paludato del sottoscritto, ultimo tra gli ignoranti. Per cui voglio provare a sottolineare la visionarietà di questi tuoi versi. Magari a partire proprio dalla chiusa, dal "per sapersi un po’ libero dal fuoco e dalle sirene." Ecco, io ci vedo le vicende delloggi. Le guerre che stanno falcidiando tanti bambini, sia fisicamente che psicologicamente in tanti luoghi nel mondo. Lo so che spesso si parte da sé stessi. Ma è anche vero che, il fine ultimo, è riuscire ad andare oltre se stessi. Ecco, a me pare che tu in questi versi ci vada. Un caro saluto e grazie
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Angelo Naclerio
- 04/11/2023 23:47:00
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Molto bella questa poetica esplorazione della memoria, soggetto misterioso per il nostro sapere. La pensiamo-sentiamo custode delle cose passate. Io a volte limmagino -ecco lintuizione del bambino proteso al libero divenire- impegnata a costruire e rimodellare le forme sognate nelle mie notti future. Complimenti e buona domenica.
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Emanuela Lazzaro
- 03/11/2023 20:52:00
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"Immagini di particolare profondità, che riportano la mente indietro nel tempo. Nel ricordo si ritrova quel che non è più: tornano le immagini, le sensazioni, le emozioni, i sapori e i suoni di un tempo in tutta la loro vivacità e nitidezza; torna il dolore per gli affetti perduti, con tutta la sofferenza e il bagaglio pesante di nostalgia e rimpianto che ogni anniversario comporta; torna la morsa della solitudine, mesta compagna di chi ha perso tutto e non ha più lacrime da versare. Infine, dalla memoria di giorni lontani, come una scintilla di fuoco che ancora arde sotto la cenere, allimprovviso affiora una lieta visione: un bimbo che impara a scrivere, anche senza lavagna o gesso: gli bastano un muro, un pugno di neve; e la consapevolezza che questo gesto gli porta una speranza di sollievo dalle brutture del mondo e una promessa di libertà". Poesia premiata nel concorso di poesia dedicato ad Alda Merini (XI edizione) indetto dallAccademia dei Bronzi 2023. La poesia è stata poi inserita nellantologia poetica "Poeti per Alda" pag. 198, il commento riportato (non è mio..) è stato redatto dai curatori del volume anzidetto.
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