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al testo di Giuseppe Venticinque
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Ero solo un ragazzino quando non volevo studiare, la mente navigava ancor più lontana da tutti i mari. Sogni viandanti in cerca di un appiglio, forse li ho lacerati con un artiglio. Canti di armonie nel mio fiorire, sogno di camminare su un tappeto che non so aprire. Mi ritrovo maestro di me stesso, in due lacrime di sole ritrovo le parole. Mi stringevano le note ritrovate, era solo un sogno, poi sono scivolate. Mi sono svegliato in un tempo in uno spazio, disorientato, l'imprevedibile destino stringer vorrà, tutti i sogni che ho da realizzare, anche se dovrò invecchiare. |
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