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Contorsioni

 

 

Aromi e note

di fumo

tra brillanti e violini

chiaroscuri

con le mani sporche

prego, ma sotto

la finestra di Morfeo grido

Angoscia! Vibra la frusta

delle illusioni, ci vorrebbero ali

a riscrivere ogni pensiero!

Sorvola cormorano le onde!

Rotolano, come gomitoli

matassa

di dorate contorsioni o boccoli

e riccioli in testa, perché

l’uomo è fatto per rincorrersi

illudendosi d’essere un altro,

nel parcheggio d’un discount,

d’essere diverso da quel che è.

Ma alla fine del volo

di nostra morte

ci troveremo forse

a tacere

nella semplicità d’una landa

onesta

nuda dolce e mite.

 

 Klara Rubino - 17/10/2018 10:12:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]

Grazie mille Salvatore per lo splendido commento!Mi fa piacere.

 Salvatore Pizzo - 17/10/2018 02:07:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Pizzo » ]

"l’uomo è fatto per rincorrersi

illudendosi d’essere un altro,

nel parcheggio d’un discount,

d’essere diverso da quel che è."

Chissà perchè questi tuoi versi mi hanno richiamato alla mente il Robinson Crusoe, quando sulla spiaggia scopre delle impronte umane e inizia a seguirle: dopo un po’scopre, con somma delusione, che sono le sue e non di un altro...Forse è per via di questo muoversi formicolante per discount e centri commerciali(nonluoghi moderni)odierne spiagge deserte in cui, l’uomo, si ricerca, non trovandosi se non simile a milioni di altri se stesso...
Letta e riletta e ben ponderata, al punto da apprezzarla moltissimo, anche per la chiusa così alta a volare...
ciao

 Klara Rubino - 16/10/2018 08:45:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]

Alberto hai l’occhio clinico: hai trovato tracce e sentore d’inferno Dantesco!
Gli ultimi versi sono stati infatti da me ripresi da questo gioco che feci già sei mesi fa!
Contromano all’Inferno
    Nel mezzo del cammin di nostra vita 

Alla fine del volo di vostra morte

        mi ritrovai per una selva oscura

vi perdeste, al di fuori di una landa, chiara

                            ché la diritta via era smarrita. 

ma la strada, anche se curva, non aveste abbandonato.

                            Ahi quanto a dir qual era è cosa dura 

Che ci vuole a tacere della semplicità di

                            esta selva selvaggia e aspra e forte

questa landa nuda dolce e mite

                            che nel pensier rinova la paura! 

che, nel riviverlo, non ne avreste paura alcuna!

                             Tant’è amara che poco è più morte; 

Molto più che nettare, amabile è la morte;

                              ma per trattar del ben ch’i’ vi trovai, 

quindi non avreste potuto narrare del male che non vi trovaste  

                              dirò de l’altre cose ch’i’ v’ho scorte.

e di tutte le altre cose che non vi si manifestarono.

                              Io non so ben ridir com’i’ v’intrai, 

Sapete senz’altro ridir di come non vi entraste,

                               tant’era pien di sonno a quel punto

tanto vigili foste in realtà in ogni atomo 

                          che la verace via abbandonai. 

che quella meta, falsa, trovaste.

E grazie per il tuo poetico commento!

Giovanni credo anch’io che i versi più autentici siano i centrali; è nata da lì, da quell’immagine un po’ onirica e simbolica che avviene nel parcheggio del discount.
grazie per il tuo commento !

 Alberto Becca - 14/10/2018 21:47:00 [ leggi altri commenti di Alberto Becca » ]

landa dolce e mite / agognato fine d’ altre vite / terra di tanto in tanto desiata / fino al di’ in cui l’ avrai toccata / Terra di amara conquista, di speranze / di sogni, d’ obbligate vacanze / paese di odi e musiche celestiali / o di rumori atavici, bestiali / luogo che di natura sei trionfo / se ivi giungi quasi con un tonfo / ti troverai immerso nel caos pazzesco / di cio’ che noi intendiamo per un "girone Dantesco"

 Giovanni Rossato - 14/10/2018 21:20:00 [ leggi altri commenti di Giovanni Rossato » ]

Versi trasparenti dai quali trapela una visione della vita umana senza fronzoli e soprattutto onesta.
Grazie

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