Ti chiedessi di dirmi “Ti amo”, non dirlo. So che le tempeste non sanno parlare, che forse per esse è impossibile saper quali sono le cose da non toccare. Al padrone le feste del cane, il rotolare dei venti su creste rampanti di mare e tutte le cose leggere viventi in natura io so che non hanno paura di altezze o di voli; pure, una cosa sola ignorano completamente: le gabbie della parola, le nuvole della mente. Non hanno discorsi solitari e muti: si esprimono in coro.
E tu come loro.
[ poesia tratta dalla rivista TRAME, gennaio-giugno 1993, Anno V, N. 10. Redazione Roberto Deidier, Marina Guglielmi ]
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