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al testo di Guglielmo Aprile
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Scapolo a quarant’anni ci sarà un motivo, l’imperativo biologico è un usuraio, i rami affamati si inturgidiscono, insetti e pianeti obbediscono a uno stesso fuoco; le passanti si fanno di giorno in giorno più giovani per ogni mattina che esco ad annodare il nastro di ferro alla sua bobina, ma il vento dell’Artico segue la loro scia complicando alle navi le manovre di attracco; si direbbe una giornata storta per pescare, le crocerossine sono state trasferite, avessi più tempo per osservarle lucidare telefoni con lo zelo dei martiri ai tempi di Diocleziano, ma nessuno oltre ai tossici occupa gli ultimi posti delle corriere notturne, nessuno condivide i miei attaccapanni in estate paurosamente vuoti,
non penso ad altro che a una pelle di antilope solo per me calda, fragrante, piombo fuso sull’inguine.
[ da La strage degli aquiloni, Guglielmo Aprile, Robin Edizioni ]
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