27 Così libera, così intontita di libertà. Niente schiamazzi, né appartenenze, ma fughe silenti, grandiose per incontri con rospi rugiadosi, cavallette mimetiche verdi come l’erba. Dimenticanze pluviali, note ricerche di erbe e frangipane, minimi pipistrelli caduti nel secco Rio Re, ali grigie di piccoli poteri. Siamo noi, amorosi per natura, invalidi senza stampelle, ma tutt’uno con le provvide risorse attorno e lanceolati bisogni. Siamo così, arrendevoli e amanti di quanto ci viene porto, senza fini, se non l’appartenere a tutto e a tutti, impressionati e chiari. 28
Così riluce, ma tanto, il giorno sulla foglia, sulle sue venature e macchioline piene di senno. È verde verde la foglia e la vita la tiene stretta come salvezza. Ha bisogno di vita la vita. Solo così la vita si mantiene in equilibrio. A volte è stanca e si aggrappa alla foglia. In osmosi si guardano l’una nell’altra, sono il principio e la fine. E noi le osserviamo, studiando la vita. 29
Eppure eppure un lievito di rimpianto rimane nella forma più naturale: un graspo di uva secca al fondo per osservare ciò che si susseguiva senza capire che profondamente ci riguardava. Siamo soliti ad assistere a quanto scorre e ci nega, come fossimo altri, come cani ad una catena invisibile di pane ed acqua. Ci imbroglia una natura fiduciosa (buon per noi), immutata, ed è ciò che siamo e saremo. [ da Il giorno sulla foglia, Gabriella Maleti, Il ramo e la foglia edizioni - cura e introduzione di Mariella Bettarini, postfazione di Marta Moretti ] 
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