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al testo proposto da Marisa Madonini
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da : Cinquanta poesie di Osip Mandel'stam
Viviamo senza più fiutare sotto di noi il paese, a dieci passi le nostre voci sono già bell’e sperse, e dovunque ci sia spazio per una conversazioncina eccoli ad evocarti il montanaro del Cremlino. Le sue tozze dita come vermi sono grasse e sono esatte le sue parole come i pesi d’un ginnasta. Se la ridono i suoi occhiacci da blatta e i suoi gambali scoccano neri lampi. Ha intorno una marmaglia di gerarchi dal collo sottile: i servigi di mezzi uomini lo mandano in visibilio. Chi zirla, chi miagola, chi fa il piagnucolone; lui, lui solo, mazzapicchia e rifila spintoni. Come ferri di cavallo, decreti su decreti egli appioppa: all’inguine, in fronte, a un sopracciglio, in un occhio. Ogni esecuzione, con lui, è una lieta cuccagna ed un ampio torace di osseta. Cinquanta poesie (Einaudi, 1998), a cura di R. Faccani Interno Poesia |
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