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al testo di Dereck Louvrilanm��
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Non do i numeri, ma pure a decine non potrei dire quante decine. Quindi approssimo gli abitanti delle mie parti in parte devastati, parte consunti e parte in bilico mentre parte si allontana per quel vicolo cieco nel quale questo corso si trasforma al passo. Sono eletto a rappresentare un popolo che non soltanto io conosco, ma che io soltanto visito da capo a piedi. In certi momenti, anche il loro parlamentare è superfluo e i commessi stanno a memoria tra i banchi in quiescenza. Tacciono quelli legati ai luoghi rifatti per farsi ancora e quelli con due corpi in un solo cuore. Tacciono quelli legati al diario ed al periodo corretto, quelli che hanno lo spirito della camera aperta e dimestichezza con le commissioni interne. Comprendo il silenzio degli onorevoli eletti con la legge universale non ti scordare di me.
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