Perché mi inebria il profumo del tuo dolore verginale Madre Maria? Non sarebbe logico sottrarmi alle tue lacrime divine? Non dovrei fuggire il tuo strazio ai piedi del Figlio straziato, esangue, tradito? Eppure mi chiami mi attiri mi affascini col tuo sguardo in eterno irresistibile e la tua mano mi afferra saldamente e mi trascini Tutta Bella alla follia della Croce
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Teresa Cassani
- 17/12/2023 13:22:00
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Mi commuovono molto e sempre le poesie del contemporaneo dedicate alla fede e al mistero della Croce. Questa è animata da una forza tangibile che scaturisce da una domanda personale e autentica. Brava.
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Ferdinando Battaglia
- 13/12/2023 10:46:00
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Non c’è poesia più "ermetica" di una poesia autenticamente religiosa, oppure occorre nel lettore una forte sensibilità intuitiva, in alternativa, una familiarità esperienziale, con ciò che in quel determinato vocabolario è venuto a precipitarsi traversando l’ispirazione dello Spirito o meramente spirituale; c’è però un rischio: perdere l’incontro con la sua - della poesia autenticamente religiosa - essenza che si origina dalla corrosione e corruzione che ogni linguaggio subisce dall’abitudine (a causa di ciò, per dirla con un esempio, ci sconvolge più, evidentemente se credenti in ambito cristiano-cattolico, il Sacro Cuore di Gesù? L’abitudine devozionale l’ha ridotto a un "santino", se pecco perdonatemi, solo un approccio più teologico può sviscerarne tutta la profondità e la ricchezza che invece possiede in sé e dona all’umano). Ecco perché la poesia religiosa di Fiammetta Lucattini, non solo ci offre il godimento estetico per una soluzione formale artistica, quale appunto quella poetica, ma ci offre anche un "magistero" ordinario (e straordinario) su un sublime interpretativo del mondo, un magisteroooggi troppo spesso relegato ai margini delle letture possibili dell’umano esistere; anche solo volessimo ridurlo a letteratura, le figure, le immagini, il vocabolario di questo immenso patrimonio di vissuto e di riflessione cristiano, che ha attraversato i secoli, ancora oggi può "parlarci" attraverso la sua simbologia, con una capacità "divinatoria" che nulla ha da invidiare ad altre chiavi interoretative della condizione umana presenti in altre culture e tradizioni (pensiamo a I Ching o a un ritorno del Paganesimo in forme rituali aliene dal Cristo); evidentemente l’evoluzione di quest’ultimo aspetto è più un mio parallelismo a uso provocatorio che non la convinzione teologale divun credente.
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Angelo Naclerio
- 09/12/2023 00:31:00
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Tota Pulchra: come non dissolversi? Follia terrena che è luce d’amore in infinita Bellezza.
Bei versi.
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