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Promemoria

 Promemoria

 


...e dei lapsus, che farne dei lapsus?

Se ogni volta che inciampi interrompi
un tuo ciclo vitale, è per perdere il filo,
per riprendere fiato e iniziare
da un indizio non valutato.


La linea si spezza: è naturale si spezzi.

Prendi ad esempio la Karl-Marx-Allee:
la memoria è geometrica, la storia è
compatta, compatto è l'asfalto:
non ci sono buche né vuoti.
Gli edifici non ammettono fughe
né pause, se pausa è un salto tra tempi,
da un ordine ordinario a un atto involontario:
come quando ti chiamo col nome
cui vagamente pensavo e diventi
proiezione casuale di una faccia
che niente ha a che fare con l'originale.


Sì, ma dei lapsus, quanti lapsus

per fare una storia? In un'eternità
avremo tutt'al più formato un ricordo,
una vaga sensazione di memoria -
come quel rumore intermittente
della freccia avvertito in dormiveglia
dopo un lungo tratto di autostrada.


Risvegliarsi è avere scelta: uscire

dai percorsi obbligati, incontrare
tombini e sostare.
Non sono eventi ma dati,
interferenze che tessono
un tappeto di dettagli marginali
al di sotto della microstoria:
sbadigli distrazioni impulsi
o scarti
necessari:
come le parole
dette giornalmente in modo compulsivo:


tu inciampi su reperti pentole cucchiai

conservati in pessimo stato e da qui
io t

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