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al testo di Marco G. Maggi
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Ricorderemo il nome e il numero di matricola dell’anno appena andato certo non le strette di mano le carezze e gli abbracci
Rimarrà il pensiero della morte le sirene crude nella notte i guanti e le mascherine a tenerci sempre più distanti.
Quanti anni ci sono? Di quanti anni si nutre una vita?
L’importante è non sprecarli: coltivare nel silenzio l’attesa di uno zefiro gentile un alito di speranza
credere fino in fondo alla profezia che ci vuole più vicini e più fratelli
e imparare ad amarci.
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