LaRecherche.it
Scrivi un commento
al testo di Marina Pacifici
|
|||
Nel silenzio di un mattino come tanti
in questo accenno freddo di aprile il faggio torna a rinverdire alla mia finestra. Il viale deserto, radi e di fretta i passanti, soltanto il sole indora un raggio di vita e nel cuore l'amara novella di una nostalgia infinita. Il faggio che piantasti tu, padre, in quella lontana primavera, prima che ti fosse fatale il maggio, ancora s'ingemma e presto tornerà con belle fronde ad ombreggiare giorni solitari tutti uguali mentre io mi perderò ancora alla deriva nel mare del rimpianto dalla impetuose onde. |
|