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Pensavo al fatto che si dica sempre che bisogna unire le forze per produrre di più, che da soli non si va lontano, mentre in due si produce per tre e ci si fa forza a vicenda. Dunque si fanno riunioni di cervelli, si creano team che fanno brainstorming per arrivare al concetto che “l’unione fa la forza”. Per protestare bisogna essere in tanti, in più si è e più sembra avere potenza. Si dovrebbe ottenere più ascolto. In teoria.

A meno che non si voglia fare la rivoluzione armata o la guerra, i numeri contano, a parità di armi. Eppure Dario è capitolato di fronte ad Alessandro con un esercito triplo del suo.

Ora mi viene in mente il buon Einstein.

Che mi lascia di stucco con la sua Teoria.

Sembra quasi dire l’opposto: dividersi per moltiplicare la potenza. E Santo Dio la reazione a catena derivata dalla divisione e non dall’unione la conosciamo tutti.

L’accelerazione che provoca il disgregarsi a catena fa impallidire il sole.

Forse allora si deve giocare con le parole.

Unire un team di ricercatori o un gruppo di persone con competenze specifiche differenti certamente porta a raggiungere un risultato preciso. Se tutti avessero le stesse competenze sarebbe meglio farli lavorare divisi. Ci sarebbero molte e diverse visioni di strade di come arrivare all’obiettivo.

Ora l’esempio calza perfettamente, secondo me, su una potenza ancora più folgorante della bomba atomica: l’Amore.

Su di Lui è stato scritto di tutto fin dai Babilonesi. Come fosse la più straordinaria magnificenza buona e potente dell’universo. Dolce, tenero, colorato, felice, ispiratore di carezze e passioni, poemi... e guerre.

Ora il paradosso è sempre lì.

L’Amore è il più spietato sterminatore di coscienze, pilastri, destini e certezze come niente altro. Per Amore si mente, si uccide, ci si stravolge la vita, ci si suicida, si fanno cose sconsiderate, si sovvertono poteri accertati, si fanno le rivoluzioni.

Ogni Amore, per nascere, deve prima dividere qualcosa di precedente.

La crudeltà di quel sentimento non ha paragoni, non ti guarda in faccia, si nutre di ciò che aveva creato prima in una continua reazione a catena che non ha fine. 

Ognuno di quei ricercatori del team ne ha avuto almeno uno di Amori, forse di più, eppure non si mettono a cercare insieme cosa è e che obiettivo ha. Non c’è l’obiettivo. Non si condivide niente di ciò che ritieni tuo, no. Lo condividi con la compagna. Punto, fine della reazione a catena.

La potenza si limita a due Esseri.

Ma poi, all’improvviso, un’equazione improvvisa e sbagliata ti fa rifare i calcoli.

E, per quanto tu sia preparato in specificità tue, non ti servono a niente.

Sei fottuto. E cercherai il modo di risolvere quel “problema” che però come risultato ti darà sempre un otto rovesciato o “impossibile”.

Oh sì, certo che lo troverai il modo, ma dovrai minare tutto il resto. E se la fusione è iniziata non tornerai indietro.

È iniziata la scissione e moltiplicazione degli atomi, e la cosa drammatica è che vanno tutti nella stessa direzione. Divisi ma nella stessa direzione.

Sarà che Albert avesse ragione... divisi per moltiplicare la potenza. E=MC2.

Se non è un cazzo di paradosso questo.

Ma guarda la tua vita e quella di chiunque e vedi se non ha ragione lui.

 

©Martin Palmadessa - 10 Febbraio 2020 

 

* 4° Classificato e Menzione d' Onore

I Concorso

"IL GRANDE SORPASSO", Sezione Giornalismo.

(Montesilvano, Pescara, 22 Aprile 2023),

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