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al testo di Francesca Cannavo
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E il fiato raccolto nelle mani che guardano il volto offeso muto di urlo schiacciante, il mondo parla discorrendo pietre sorelle e affabili ricordi di luci antenate. E continua a cercare nell’oscurità densa di sussurìo testardo ed instancabile il gemito primigenio scheggia di parola compagna di luce. E imperturbato nel liquido assente segue l’orma della sua orma tracciata da inossidabili fili intessuti di attimi estesi stipati in voragini nebulose custodite da guardiani voraci.
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