Cercami ancora In questi giorni della durezza, La fatica del viaggio ti segnerà il volto Ed i tuoi piedi lacrimeranno il pianto Di chi ha conosciuto il sangue di un tempo Votato alla morte. Anche l'ultimo Sogno ha ceduto alla resa, c'è odore Di morte su questi marciapiedi, Qualcuno vive tra la nostra indifferenza.
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Alessandra Ponticelli Conti
- 29/03/2018 11:32:00
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Una poesia profonda che esprime magistralmente la tanta e pericolosa indifferenza che ci circonda. Un abbraccio forte forte Alessandra
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Elsa Paradiso
- 28/03/2018 09:29:00
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Poesia struggente ... l’indifferenza annienta. Ma il cercare ... chiama la speranza. Ciao, Nando.
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Laura Turra
- 28/03/2018 07:46:00
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Nando, rileggo il testo, con gli occhi resi limpidi (non più miopi) dalla tua spiegazione. Esso ora acquista il valore originario, quello che sempre il poeta mette nel suo scrivere. Riuscire a cogliere in pieno l’intento poetico è capacità che si affina col tempo e con la quotidiana frequentazione poetica. Ancora di più grazie per quanto esprimi e per la tua presenza. Ti abbraccio, sempre
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Ferdinando Battaglia
- 28/03/2018 07:00:00
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Grazie a ciascuno di voi. Laura, tu sei poeta di fine sensibilità e di squisita scrittura, nonché credo di un’ispirazione costante e più meditata, una castità virtuosa della lingua la tua; diversamente, per motivi di varia natura, a volte la scrittura, con l’aggravante della pubblicazione, tracima, esonda ogni controllo razionale o comunque precede un progetto artistico, simile FI più quindi a flussi di coscienza ov ero ad intrecci tematici o ispirativi occasionali (non sempre accade così, altre volte l’autore è maggiormente presente "autorevolmente" presente; inoltre, il lettore è "proprietario" apre dell’interpretazione del testo, cioè vale per la sua lettura ciò che vi coglie, soprattutto dei sensi impliciti, stiamo in un ambito connotativo della lingua e non denotativo, potremmo dire. Detto questo, in parte hai ragione: ero partito da un appello amoroso, è poi apparso il pensiero della Pasqua imminente, da lì mi è venuto in mente il dramma di chi è costretto in schiavitù a sopportare vite di degrado fisico e morale, di cui spesso i nostri marciapiedi sono testimonianza sia del male sia della nostra indifferenza o incapacità alla soluzione. Insomma un ibrido poetico, neppure poesia. Chiamiamo scrittura simil-poesie.
Ti abbraccio fortissimamente
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Ferdinando Battaglia
- 28/03/2018 07:00:00
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Grazie a ciascuno di voi. Laura, tu sei poeta di fine sensibilità e di squisita scrittura, nonché credo di un’ispirazione costante e più meditata, una castità virtuosa della lingua la tua; diversamente, per motivi di varia natura, a volte la scrittura, con l’aggravante della pubblicazione, tracima, esonda ogni controllo razionale o comunque precede un progetto artistico, simile FI più quindi a flussi di coscienza ov ero ad intrecci tematici o ispirativi occasionali (non sempre accade così, altre volte l’autore è maggiormente presente "autorevolmente" presente; inoltre, il lettore è "proprietario" apre dell’interpretazione del testo, cioè vale per la sua lettura ciò che vi coglie, soprattutto dei sensi impliciti, stiamo in un ambito connotativo della lingua e non denotativo, potremmo dire. Detto questo, in parte hai ragione: ero partito da un appello amoroso, è poi apparso il pensiero della Pasqua imminente, da lì mi è venuto in mente il dramma di chi è costretto in schiavitù a sopportare vite di degrado fisico e morale, di cui spesso i nostri marciapiedi sono testimonianza sia del male sia della nostra indifferenza o incapacità alla soluzione. Insomma un ibrido poetico, neppure poesia. Chiamiamo scrittura simil-poesie.
Ti abbraccio fortissimamente
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Salvatore Pizzo
- 27/03/2018 18:42:00
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Duro assai abitare l’indifferenza: è poco meno scomodo che non esistere... Un caro saluto
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Sara Cristofori
- 27/03/2018 18:00:00
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eppure c’è un velo di speranza in quel "cercami", nonostante l’indifferenza del mondo...
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Laura Turra
- 27/03/2018 09:20:00
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Scusa, manca una acca... ma del resto è lei che è muta :) Leggi "Mi sono domandata cHi sia il soggetto..."
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Laura Turra
- 27/03/2018 09:15:00
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"Cercami ancora / In questi giorni della durezza..." Caro Nando, so che sbaglierò senz’altro l’interpretazione di questa tua (dimostrando così la mia totale incapacità di lettura). Mi sono domandata ci sia il soggetto che pronuncia queste parole. Io non l’ho veramente compreso, se sia il poeta o altri. Mi piacerebbe, però, che a parlare fosse l’Amore. Unico capace di sciogliere la durezza e l’indifferenza dei nostri giorni. Mi piace sempre leggerti e perdonami se il commento avesse travisato l’intento del tuo testo. Ti abbraccio forte
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Franca Colozzo
- 26/03/2018 13:24:00
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Purtroppo il sangue di un tempo, pur se grida vendetta (ma la memoria storica è miope), giace tra l’indifferenza generale. Ormai è ridotto in grumi rugginosi, color terra, la stessa terra cui tutti torneremo. E intanto... Ci sbraniamo vicendevolmente per un pugno di niente!
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