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al testo di Ferdinando Battaglia
Genchi
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Ridotte ossa e carne e pelle, ridotta in cenere l'essenza di un nome, il disfacimento di un miracolo all'origine del tempo, rimane soltanto l'aura dei segni, il perdurare delle tracce tra le mani della memoria. Pietra d'angolo nella terra dei lamenti, seme portato dal vento nel pianto di genti stupite dall'apparire della morte, soffia potente il vinto e dall'urna custodia del silenzio non sembra più sconfitta la parola: gridano mute le labbra serrate dal gelo una visione spirituale e diviene un verso l'inerte notte della materia ridotta in cenere, rimane nell'aria il volo d'un nome.
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