LaRecherche.it

« indietro :: torna al testo senza commentare

Scrivi un commento al testo di Marco Furia
Prose buie

- Se sei un utente registrato il tuo commento sarà subito visibile, basta che tu lo scriva dopo esserti autenticato.
- Se sei un utente non registrato riceverai una e-mail all'indirizzo che devi obbligatoriamente indicare nell'apposito campo sottostante, cliccando su un link apposito, presente all'interno della e-mail, dovrai richiedere/autorizzare la pubblicazione del commento; il quale sarà letto dalla Redazione e messo in pubblicazione solo se ritenuto pertinente, potranno passare alcuni giorni. Sarà inviato un avviso di pubblicazione all'e-mail del commentatore.
Il modo più veloce per commentare è quello di registrarsi e autenticarsi.
Gentili commentatori, è possibile impostare, dal pannello utente, al quale si accede tramite autenticazione, l'opzione di ricezione di una e-mail di avviso, all'indirizzo registrato, quando qualcuno commenta un testo anche da te commentato, tale servizio funziona solo se firmi i tuoi commenti con lo stesso nominativo con cui sei registrato: [ imposta ora ]. Questo messaggio appare se non sei autenticato, è possibile che tu abbia già impostato tale servizio: [ autenticati ]

 

Si legge a pagina 20 di “Prose buie”, elegante libretto di Marco Ercolani:

“la mia opera sono io che cerco di perderla dentro e fuori di me (grida), dal mio sacrificio dipenderà qualcosa di straordinario e di bello, forse una nuova civiltà (grida), poi dimentica testa, braccia, mani, mente, parole. Non è più uno straniero, uno scrittore. Basta con il peso delle pagine. Seduto sul bordo dell’aria, in mezzo all’acqua fittissima, comincia a tacere”.

Ci troviamo dinanzi a un desiderio di scomparsa.

Chi scrive (un personaggio immaginario? L’autore stesso?) è ben conscio delle sue capacità, nondimeno una sorta di aspirazione al dissolvimento si è impadronita di lui: decide, allora di “tacere”.

Dove si trova?

“Seduto sul bordo dell’aria, in mezzo all’acqua fittissima”.

Immagine davvero inusuale, quest’ultima, definibile quale tendente a una consapevole astrazione.

Quel silenzio sembra più il manifestarsi di un’intima urgenza che un atteggiamento di dolorosa denuncia: lo scrittore avverte un greve senso di fatica e decide, così, di rifugiarsi nel territorio della non parola (“Basta con il peso delle pagine”).

Quanto durerà siffatto mutismo?

Non lo sappiamo.

Il Nostro non intende proporre un breve racconto, bensì una sorta di espressivo flash linguistico, un’immagine vivida non certo volta a provocare statici indugi.

Questa, in generale, è la caratteristica precipua delle intense sequenze verbali di “Prose buie”, la cui dinamica articolazione è in grado d’indurre noi lettori a esaminare attentamente tutti i particolari e, nel medesimo tempo, a spingerci oltre.

La scrittura, precisa e mai chiusa, segue le consuete regole idiomatiche: proprio tale aperta normalità tende a promuovere l’emergere d’idee ulteriori.

Quasi vorremmo, dopo aver letto ogni singola proposizione, chiudere il libro e dare inizio al corso del pensiero.

La lingua di Marco, insomma, è viva e non è priva d’effetti.

“Al risveglio, qualche ora prima dell’alba, qualche ora prima di vedere, ricostruirà la cattedrale a memoria, con sogni e ricordi mescolati insieme, nella prima nebbia del mattino, senza aprire gli occhi, chiamandola con il suo nome. Solo così sarà in grado di comprendere una cosa che esiste durante il giorno e che esiste durante la notte”.

Talvolta, gli uomini vedono meglio al buio, poiché l’immagine, che la memoria è in grado di ricostruire, può dire più del dato reale: l’assenza può essere più stimolante della presenza.

E così, tra desiderio di silenzio e senso di mancanza, si articola, a mio avviso, tutta la complessa trama dell’opera in esame.

Gli scenari, in genere, non sono gioiosi, tuttavia la scrittura riesce a soffermarsi sui singoli dettagli con delicata fermezza: una possibilità c’è, è quella di stare al mondo anche accettandolo.

La felicità potrebbe esistere senza il suo contrario?

Potrebbe considerarsi felice chi non è mai stato triste?

Tutti noi, davvero, siamo simili a quei “giovani macilenti” “che sorridono, intonando poemi d’amore ai loro dèi, che vogliono vivere, vivere ancora e di più, nonostante la polvere nera”.

Ricca d’enigmatico fascino la pregnante allusività delle tavole di Carlo Merello.

 

Nessun commento

Se ti autentichi il nominativo e la posta elettronica vengono inseriti in automatico.
I tuoi dati saranno trattati solo per gestire la pubblicazione del commento. Per maggiori informazioni leggi l’Informativa privacy. Inviando il commento dichiaro di acconsentire all'Informativa privacy sul trattamento dei dati personali: Acconsento Non acconsento
Nominativo (obbligatorio):
Posta elettronica (obbligatoria):
Inserendo la tua posta elettronica verrà data la possibilità all'autore del testo commentato di risponderti

DA LEGGERE PRIMA DELLA PUBBLICAZIONE DI UN COMMENTO
Nessun utente può gestire i commenti pubblicati, solo LaRecherche.it può farlo.
La rimozione di un commento da parte di LaRecherche.it non equivale alla cancellazione dello stesso, il commento, in prima istanza, verrà tolto dalla pubblicazione e sarà cancellato soltanto se non costituirà possibile prova del venir meno al Regolamento, in ogni caso la sua cancellazione definitiva o meno è a discrezione di LaRecherche.it.
Ogni commento ritenuto offensivo e, in ogni caso, lesivo della dignità dell'autore del testo commentato, a insindacabile giudizio de LaRecherche.it, sarà tolto dalla pubblicazione, senza l'obbligo di questa di darne comunicazione al commentatore. Gli autori possono richiedere che un commento venga rimosso, ma tale richiesta non implica la rimozione del commento, il quale potrà essere anche negativo ma non dovrà entrare nella sfera privata della vita dell'autore, commenti che usano parolacce in modo offensivo saranno tolti dalla pubblicazione. Il Moderatore de LaRecehrche.it controlla i commenti, ma essendo molti qualcuno può sfuggire, si richiede pertanto la collaborazione di tutti per una eventuale segnalazione (moderatore@larecherche.it).
Il tuo indirizzo Ip sarà memorizzato, in caso di utilizzo indebito di questo servizio potrà essere messo a disposizione dell'autorità giudiziaria.