Notte, Il tuo colore di ieri era freddo e pungente, una proposta gelida di diventare tutt'uno con te. Ho visto la tua oscurità che giocava, astratta ed eguagliata solo dalla nebbia che ti sfocava. Ero lì notte, mentre ti guardavo e ti ammiravo nella tua perfetta onnipresente irreperibilità, ognuno di noi è parte del tuo crepuscolo, della tua minacciosità. Ombre di persone unite nel tuo manto, inconsapevoli recano parte nel tuo antro. Notte fredda, notte buia, amo perdermi nella tua conclave silente alcuni amano veder morire lentamente, e taluni dormire per vederti sparire. Notte, il tuo regno è nativo di sogni e incubi, frammenti di realtà, esistenze formate da un secondo, sfreccianti tra polarità. Notte, ergi incontrastata dove sospiri e inspiri, mi lasci con un vuoto soave e grave.
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