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al testo di Carlo Ricci
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Gli edifici s'innalzano in verticale, alti cristallini, con le facce scavate nella luce o nel grigiore, e all'improvviso ti senti subito a tre spanne dal selciato ma prima ancora, così, al momento come una minaccia dietro l'angolo non sai cos'è, in un bosco di giganti. Ma dura poco un batter di ciglia, e tiri il fiato, poi ti viene subito voglia di salirci sopra
come quando da bambino giocavi in giardino, sotto quegli alberi così alti, slanciati, come grattacieli. Subito smaniavi d'arrampicarti ma è passato tempo.
Così mentre cammini alzi il naso, comunque rimani risucchiato da quelle altezze e stai lì stupito a guardare la trasformazione: ognuna come un'ombra che sorge, o un racconto quando t'avvicina e subito rientri, invischiato senza parlare. -Guardali: sono gli Dei.- Pensi. |
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