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al testo di paolo massimo rossi
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Era troppo tempo che non uscivo di notte
a percorrere strade note solo a memorie irreali. Ho scritto, una volta, che i nottambuli sono sempre gli stessi. Non so, più nessuno conosco, se il mondo è deserto hanno avuto paura anche loro, gli ultimi della mia razza. E mentre il tempo è indolente un altro mondo esiste, asciutto e pulito, in cui vivono ora e forse, tutti quelli che furono sconosciuti compagni, se chiedono ancora, se sognano, se le passioni guidano i gesti, se le membra e il cuore hanno dolcissime la culla ed il letto. Ma oggi sono fuori Per cercare ancora di me, guardando riflessi confusi ascoltando rumori argentati, forse veloci, forse brillanti: sarò bersaglio da colpire di fronte o da ferire, uomo in quel mondo, con dardi come strali di parole. Era tempo dunque che uscissi di notte a percorrere luoghi già usati in ritorni d’inverno, e non importa se i nottambuli più non sono gli stessi, ecco, qualcuno mi è attorno nella strada che è segno di attese, è desiderio di vivere il loro, - quelli di una nuova razza -. |
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