Due colombi, uno bianco l’altro nero,
coi lombi acrobati sullo sbrecciato cornicione
appaiono inquieto l’uno, l’altro altero.
Come per una richiesta disattesa è l’emozione
che turba a un tratto il nero inelegante
e fanno estranei un tratto breve ma appaiati
poi divisi la coda si danno in un istante,
per affari che non saranno certo concordati.
Due colombi, non due di quei falchi rapaci,
due emblemi disposti in piena luce, comunque
figura di tutto che gli animi fa esser capaci,
nel mondo di sopra, di sotto, e quindi ovunque.
E tu pensi a ciò che è concavo e al convesso
e non è certo detto sia poi convesso il bianco
e nero il concavo nel caro piccolo consesso.
Le parti furono decise molto prima al banco
e ogni colore si fa solo in universo, e manco.
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Pietro Menditto
- 19/07/2013 08:43:00
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Carissimi, grazie per i bellissimi commenti. Solo (rimedio adesso a una dimenticanza) preciso che anche questa poesia è datata, risalendo, se non ricordo male, al 2005 circa.
Vi abbraccio forte.
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Nando
- 18/07/2013 18:50:00
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Quello che subito mi ha colpito di questa tua, carissimo Pietro, è il tocco magistrale nella forma; il contenuto è quello tuo, di sempre, con la tua mente che osserva e analizza senza sconti, senza indulgenze né per sé né per gli altri; ed è sempre interessante leggerti, oltre che un’esperienza poetica di bellezza. Ma questa volta la tua scelta formale mi colpisce particolarmente, quasi un tuo discorso implicito rivolto ai lettori... Se mi sono sbagliato, ti chiedo scusa. Resta comunque la bellezza della tua poesia.
Ciao Pietro
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Loredana Savelli
- 18/07/2013 15:46:00
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Che bella! Anche io osservo i piccioni e la loro ottusa monogamia. Tu sei andato oltre, filosofeggiando sulla forma, sul colore, addirittura sulla predestinazione! Una meditazione molto alta, resa in poesia elegantemente. Il tuo punto di vista è sempre originale, aperto a una visione universale e non-antropocentrica. Un caro saluto
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Emilio Capaccio
- 18/07/2013 11:53:00
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Caro Pietro, è davvero una splendida poesia; una delle tue più belle, a mio modo di vedere; e tu eri quello che aveva perso l’ispirazione? Continua a scrivere poesie meravigliose come questa, non vorrei che tu avessi perso, inspiegabilmente, soltanto fiducia in te stesso.
Sei un poeta eccezionale, fidati di un amico che ti stima molto.
Un abbraccio, amico mio.
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