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al testo di Pietro Menditto
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Fin dove il dove attende la piaga purulenta e infame la spina nella carne e i passi che non contano più dopo i cari addii ogni giorno che il principe comanda…
Fin dove attende il contrario – si dice – di questo trampolante cammino di trincea e i cari volti dispaiono per l’unico volto fossile di rinunce antiche.
Fin dove urta l’onda millenaria assillante del silenzio nel silenzio più fondo che è l’attesa. Là dove si tende senza sapere in questo viaggio meschino adorno di parole esauste e pause massacranti.
Ma la via interroga se pure non ti volti e mostra l’inanellarsi dei tempi in un suffragio esperto di commiati.
Pure ogni volta si fa l’oblio cura del rammemorare l’infinito disperso nell’uguale vacuità dei giorni.
Fino a quando? Fino a quando? |
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