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Di scatolette e fiori

 

 

Ora, davvero ci si stanca di questa ovvietà del camminare, che a rimanere fermi ci fa freddo e la neve ti sferza.

Muoversi: verso dove? Più che altro un pensiero, unica forma di astrazione lieve che senza fare un passo muove il mondo. Ma anche questo è ovvio.

Come lo è il potere: ignora, se non osteggia.

Occorre allora inventarsi qualche cosa, magari un processo al mal di testa, come a Gerusalemme, ma non mi sembra sia servito a molto.

Forse esiliandosi, se non fosse che l’esilio va nel nulla, come dimostrano i fatti di ogni giorno, ammesso che gli esiliati vengano raccolti per lo meno – dico una scatola – almeno.

Riconoscere, quindi, si diceva, un cammino diverso. Costellato in ogni caso di ovvietà. Ad esempio: cos’è la letteratura? E la poesia? Ma perché questo bisogno di definire, declinare, incasellare? Ah, l’ignoto trasformato in consueto. La rassicurazione chiude il mondo; ma non sembra fare la paura che dovrebbe.

Dunque parlarne senza preoccuparsi di dover dire ancora, ma il silenzio è un’indagine sospetta: non ne parla nessuno.

Ma perché quando incontriamo qualcosa che appare come un tempio che ci sembra una parentesi sospesa tra l’esperienza e il non pensato; o un quadro, dove il mondo si aggira radunandosi in empietà più simili al sublime dell’empietà dei giorni, perché poi ne dobbiamo parlare, riducendo l’istante a un campo vecchio, mentre dovremmo soltanto limitarci, almeno qualche volta, a viverne?

La dinamica dell’ovvio stronca il senso, ma anche il più sensato dei pensieri alla fine si invecchia. Bisognerebbe allora ripensare e delle cose farne sempre altre. Quando le hai fatte, farne diverse ancora, fino a quando avrai finito l’infinito. Che si chiude, ma ricomincia altrove.

Ad esempio a Pietroburgo, dove non si mangiava carne in scatola: nelle lattine si mettevano fiori. Ma nei cortili si lavorava sodo perché il Partito non consentiva odori. Dunque una vita al minimo: quel poco che si riusciva a leggere.

Muoversi, allora: dove?

Anche la sera, sul Baltico, quando le isole si prendono per mano, si muove solamente la deriva.

 

 Giovanni Baldaccini - 27/04/2024 12:47:00 [ leggi altri commenti di Giovanni Baldaccini » ]

Mi fa piacere,Laura.Grazie!

 Laura Turra - 27/04/2024 11:37:00 [ leggi altri commenti di Laura Turra » ]

Come mi piace il tuo scrivere...
Ciao, Giovanni!

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