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Scrivi un commento al testo di Giuliano Brenna
Non oltrepassare la linea gialla


Cosa succede alle automobili vittime di incidenti, cosa resta delle confidenze che ogni automobilista fa al suo veicolo mentre guida, e quanti sospiri, pensieri, discorsi le auto captano dai loro proprietari nel corso di lunghi o brevi viaggi? Che fine fa questo insieme di parole, emozioni, speranze quando le auto per vari motivi diventano inservibili, si domanda Roberto Mosi in questo volumetto. Forse i veicoli fanno la stessa fine dei vecchi racconti, le antiche favole che i nonni raccontavano, diventano qualcos’altro forse muto, forse che non si nota, sebbene sotto gli occhi di tutti in ogni momento. E così il bravo Mosi immagina, divertendosi e divertendo il lettore, che le anime delle vecchie automobili restino intatte e ben funzionati anche se le lamiere vengono pressate e fuse per diventare qualcos’altro. Così pure le vecchie storie diventano altro, nelle mani dello scrittore si trasformano in nuove storie: in un trionfo della fantasia e dell’immaginazione un gruppo di auto, incidentate e trasformate in pezzi di una stazione, osservano, commentando, le umane vicissitudini che nel corso degli anni sono cambiate solo per la maggior velocità con cui i protagonisti si muovono. Ma la fantasia e lo spirito del raccontare sono sempre intatti e traggono nuova linfa dalle situazioni moderne. Così Mosi crea un romanzo snello che ha le radici nel futurismo, che vedeva le macchine protagoniste dei secoli a venire, ma nello sviluppo dà alle pagine una grazia e una dolcezza che rimanda forse a Calvino o Rodari, con quello sguardo un po’ fanciullesco e innocente, ma anche profondo e sagace nel mettere in mostra personaggi e debolezze dei giorni nostri. In questo libro l’autore gioca con la realtà e ne pone in evidenza altri aspetti, altre tonalità creando un caleidoscopio in cui talvolta sono le tinte del surreale oltre all’iper-reale a farla da padrone, ma sempre con grande garbo ed eleganza, in modo da tenere avvinto il lettore ed incantarlo, come quei prestigiatori da circo di provincia che divertono tutti con illusioni semplici ma fatte con amore e voglia di divertire il pubblico. E sono proprio questi i veri maghi rimasti nel presente dalla notte dei tempi, perché tra i trucchi che gli spettatori si illudono di smascherare sono capaci di fare una vera ed inspiegabile magia che lascia tutti di stucco: come il nostro bravo Mosi che fa una vera magia con questo bel volumetto all’apparenza semplice, ma in realtà è uno scrigno magico che incanta, diverte e fa riflettere. Una lettura veloce e snella ma dal forte impatto.

 

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