LaRecherche.it

« indietro :: torna al testo senza commentare

Scrivi un commento al testo di Giuliano Brenna
Le guerre dei poveri

 

Si sente, da sempre, in Italia parlare del sud, o meglio del mezzogiorno, che arranca, che non tiene il passo con il resto del Paese. Ed ecco che anche Raffaele Montesano ci dice la sua su di un paesino della Lucania negli anni Settanta, in cui anche le notizie più clamorose filtrano a rilento, distorte dall’aria immobile che regna nella zona, tant’è che anche un caso eclatante, come fu quello che vide protagonista Aldo Moro, era per Rosa, una delle protagoniste del romanzo, poco più di un mistero la cui eco le era giunta chissà come. Il romanzo si snoda, sornione, tra i vicoli scoscesi e le vecchie case di Borgo Nemone, l’autore rende intatte al lettore le vicissitudini e il sentire di quella che non si esiterebbe a definire “povera gente”. Povera al punto che un’automobile o una scalcinata Ape Piaggio, glorioso emblema della modernizzazione del caro carretto, sono segno di distinzione e modernità. E, proprio su questo sgangherato mezzo di trasporto, la protagonista sbandiera il suo emblema di donna rimasta sola con un figliolo da crescere e mille incombenze ma che non si arrende e, come e meglio di un uomo, sbarca dignitosamente il lunario.

Come ogni borgo che si rispetti, anche quello raccontato da Montesano ha le sue figure chiave, il medico, il gestore del bar e così via, ognuno di loro ha la sua piccola o grande storia da presentare agli occhi del lettore, il quale non tarda ad affezionarsi a questo microcosmo che, sebbene ormai distante, ha un richiamo nel cuore e nei ricordi di pressoché ciascuno di noi. Montesano ricrea egregiamente l’aria di paese, coi pettegolezzi e i fatti antichi che diventano quasi mitologia, personaggi che vanno o che restano; grandi e piccoli scandali servono a tenere vivo e mobile il tessuto sociale. In fondo le cosiddette guerre, viste dal di fuori, sembrano più che altro scaramucce o piccole schermaglie ma dentro l’ambiente conchiuso sono dei veri e propri fatti epocali. A smuovere le acque stagnanti del paesello giunge la sorella di Rosa dal Canada, portando con sé la figlia seducente. Quest’ultima porterà ulteriore scompiglio in città, coi suoi modi di fare “moderni” ed emancipati e, soprattutto, per una abitudine che viene vista con un misto di sospetto e soggezione, ella, infatti, ama leggere. L’introdurre un elemento così misterioso ed estraneo alle abitudini locali, quale è l’amore per i libri, fa da elemento catalizzatore, facendo scorgere nuovi assetti nelle placide vite dei campagnoli. E il più colpito, sia dalla leggiadra fanciulla sia dagli inseparabili amici cartacei, è il figlio di rosa, adolescente pacioso e sornione che verrà catapultato nel ruolo primario della vicenda sino a diventare portatore della verità ultima della narrazione. E potrei riassumere questo pomo dorato, nascosto nella crepe di una vecchia dimora, come l’illuminazione che tutti attendono, non importa come e da dove giunga, anche per la mente che apparentemente è la più ottusa e refrattaria, basta un piccolo raggio di luce proveniente dal sapere per creare uno sconvolgimento capace di creare un uomo nuovo, con occhi nuovi in grado di vedere, oltre i viottoli polverosi, oltre le cime degli alberi che circondano il paesello, il Mondo che vive e palpita. Penso che questo sia il nocciolo del romanzo, dopo aver incuriosito e divertito il lettore coi fatti di Borgo Nemone, d’un tratto Montesano squarcia il fondale agreste del teatrino e dice al lettore che va bene gingillarsi coi fatterelli della propria aia, ma se si vuole iniziare a vivere veramente, per sé e per la società che ci culla fra pettegolezzi e vecchie storie, bisogna aprire gli occhi e imparare a leggere il mondo che ci circonda e aspetta di essere conosciuto.

 

Nessun commento

- Se sei un utente registrato il tuo commento sarà subito visibile, basta che tu lo scriva dopo esserti autenticato.
- Se sei un utente non registrato il tuo commento non andrà direttamente in pubblicazione ma passerà da una convalida della Redazione.
Quando avrai inviato il commento, riceverai una e-mail all'indirizzo che hai inserito nell'apposito campo sottostante contenente un collegamento (link) cliccando sul quale covaliderai il tuo commento che sarà pertanto letto dalla Redazione e messo in pubblicazione solo se ritenuto pertinente, a insindacabile decisione della Redazione; potranno passare alcuni giorni dalla eventuale pubblicazione. Se il commento verrà pubblicato, allora sarà inviato un avviso di pubblicazione all'e-mail del commentatore.

Il modo più veloce per commentare è quello di registrarsi e autenticarsi.
Se ti autentichi il nominativo e la posta elettronica vengono inseriti in automatico.

Nominativo (obbligatorio):


Posta elettronica (obbligatoria):

DA LEGGERE PRIMA DELL'INVIO DI UN COMMENTO
Nessun utente può gestire i commenti pubblicati, solo LaRecherche.it può farlo.
La rimozione di un commento da parte di LaRecherche.it non equivale alla cancellazione dello stesso, il commento, in prima istanza, verrà tolto dalla pubblicazione e sarà cancellato soltanto se non costituirà possibile prova del venir meno al Regolamento, in ogni caso la sua cancellazione definitiva o meno è a discrezione di LaRecherche.it.
Ogni commento ritenuto offensivo e, in ogni caso, lesivo della dignità dell'autore del testo commentato, a insindacabile giudizio de LaRecherche.it, sarà tolto dalla pubblicazione, senza l'obbligo di questa di darne comunicazione al commentatore. Gli autori possono richiedere che un commento venga rimosso, ma tale richiesta non implica la rimozione del commento, il quale potrà essere anche negativo ma non dovrà entrare nella sfera privata della vita dell'autore, commenti che usano parolacce in modo offensivo saranno tolti dalla pubblicazione. Il Moderatore de LaRecehrche.it controlla i commenti, ma essendo molti qualcuno può sfuggire, si richiede pertanto la collaborazione di tutti per una eventuale segnalazione (moderatore@larecherche.it).

I tuoi dati saranno trattati solo per gestire la pubblicazione del commento. Per maggiori informazioni leggi l’Informativa privacy. Inviando il commento dichiaro di acconsentire all'Informativa privacy sul trattamento dei dati personali:

Acconsento Non acconsento