LaRecherche.it

« indietro :: torna al testo senza commentare

Scrivi un commento al testo di Giuliano Brenna
La passione del vuoto

Julio Monteiro Martins è nato in Brasile ma vive in Italia e ha scritto questa raccolta di racconti in italiano, usando un linguaggio molto preciso ed elegante; tuttavia la sua scrittura ha dei piccoli nei, delle lievi imperfezioni, dovute allo scrivere in una lingua appresa, ma queste leggere imperfezioni danno, allo stesso scrivere, la bellezza e il fascino di una quasi impercettibile cadenza, regalano al lettore note di affascinante imprevedibilità.
In questa bella raccolta di racconti brevi e brevissimi, l’autore riesce a mettere a nudo vezzi e contraddizioni dell’essere italiani, riporta con stupita ammirazione frammenti di dialoghi o situazioni di casa nostra, visti con occhio estraneo, indagatore: riesce sempre a trovare il lato poetico, talvolta insondabile, anche nelle cose apparentemente più semplici o familiari. I racconti non hanno un tema portante chiaro, se non quello del frammento di viaggio, e forse proprio di viaggi immaginari si tratta. Alcuni racconti si situano in tempi o luoghi astratti, ricostruiti da frammenti di realtà e ricollocati dalla penna del Martins in dimensioni differenti. Quasi come in alcuni scritti di Borges, troviamo una specie di enciclopedia di “luoghi immaginari”, o immaginati, in cui la realtà tangibile è amplificata sino a mostrare tra le sue pieghe qualcosa di inconsulto, quasi misterioso. Spesso i luoghi sondati sono luoghi dell’anima dei protagonisti delle brevi vicende, in cui le persone sono còlte, come in una fotografia, in momenti che nell’andare delle vite possono apparire comuni, ma, immobilizzati ed analizzati, mostrano dei lati sorprendenti. Le brevi storie si svolgono a cavallo dei due mondi dell’autore, l’Italia, in particolare la Toscana, ed il Sudamerica, a volte separatamente, altre come due polarità, due luoghi tra cui le anime si muovono e ricevendo una differente luce mostrano aspetti imprevisti. In alcuni racconti viene descritto un futuro poco distante, probabile, in cui aberrazioni dell’ordinario crescono a dismisura sino a produrre mostri, apparendo talvolta come un monito di salvaguardia per le generazioni future. Spesso a serpeggiare tra le pagine del libro è la solitudine, ancestrale, quasi mostruosa, soprattutto per persone che non sanno più dove è la loro casa, oppure creata da loro stessi, mediante artifizi o chiusure mentali. Ciò che appare come elemento vivificatore per l’autore è la natura, che può salvare, attraverso un rituale magico, o restare elemento immutabile in cui la memoria si conserva, o come esempio da cui trarre insegnamento come ne “La feritoia e il volo”. Nelle pagine fa spesso capolino la morte, o la malattia, ma appare non come tragedia ma come stato del divenire, come passaggio, forse verso la natura o uno stato elementare più consono alla persona. Splendido è il racconto che apre la raccolta “Hotel Till” in cui insieme al desiderio un ragazzo scopre l’orrore, un orrore tutto umano, ancora una volta, creato dagli uomini e quasi mitigato, ma non inosservato, dalla natura. Ogni racconto è come un universo che si crea e si disfa nel volgere di poche pagine, ma non per questo appare meno concreto, o irreale, al contrario, trae la sua consistenza dalle vite di ogni giorno facendo apparire la raccolta come un osservatorio sugli animi del Mondo; un caleidoscopio di immagini e voci attraverso i continenti e il tempo. Un libro davvero molto bello, da leggere.

Nessun commento

- Se sei un utente registrato il tuo commento sarà subito visibile, basta che tu lo scriva dopo esserti autenticato.
- Se sei un utente non registrato il tuo commento non andrà direttamente in pubblicazione ma passerà da una convalida della Redazione.
Quando avrai inviato il commento, riceverai una e-mail all'indirizzo che hai inserito nell'apposito campo sottostante contenente un collegamento (link) cliccando sul quale covaliderai il tuo commento che sarà pertanto letto dalla Redazione e messo in pubblicazione solo se ritenuto pertinente, a insindacabile decisione della Redazione; potranno passare alcuni giorni dalla eventuale pubblicazione. Se il commento verrà pubblicato, allora sarà inviato un avviso di pubblicazione all'e-mail del commentatore.

Il modo più veloce per commentare è quello di registrarsi e autenticarsi.
Se ti autentichi il nominativo e la posta elettronica vengono inseriti in automatico.

Nominativo (obbligatorio):


Posta elettronica (obbligatoria):

DA LEGGERE PRIMA DELL'INVIO DI UN COMMENTO
Nessun utente può gestire i commenti pubblicati, solo LaRecherche.it può farlo.
La rimozione di un commento da parte di LaRecherche.it non equivale alla cancellazione dello stesso, il commento, in prima istanza, verrà tolto dalla pubblicazione e sarà cancellato soltanto se non costituirà possibile prova del venir meno al Regolamento, in ogni caso la sua cancellazione definitiva o meno è a discrezione di LaRecherche.it.
Ogni commento ritenuto offensivo e, in ogni caso, lesivo della dignità dell'autore del testo commentato, a insindacabile giudizio de LaRecherche.it, sarà tolto dalla pubblicazione, senza l'obbligo di questa di darne comunicazione al commentatore. Gli autori possono richiedere che un commento venga rimosso, ma tale richiesta non implica la rimozione del commento, il quale potrà essere anche negativo ma non dovrà entrare nella sfera privata della vita dell'autore, commenti che usano parolacce in modo offensivo saranno tolti dalla pubblicazione. Il Moderatore de LaRecehrche.it controlla i commenti, ma essendo molti qualcuno può sfuggire, si richiede pertanto la collaborazione di tutti per una eventuale segnalazione (moderatore@larecherche.it).

I tuoi dati saranno trattati solo per gestire la pubblicazione del commento. Per maggiori informazioni leggi l’Informativa privacy. Inviando il commento dichiaro di acconsentire all'Informativa privacy sul trattamento dei dati personali:

Acconsento Non acconsento