LaRecherche.it

« indietro :: torna al testo senza commentare

Scrivi un commento al testo di Giuliano Brenna
Il cappotto di Proust

- Se sei un utente registrato il tuo commento sarà subito visibile, basta che tu lo scriva dopo esserti autenticato.
- Se sei un utente non registrato riceverai una e-mail all'indirizzo che devi obbligatoriamente indicare nell'apposito campo sottostante, cliccando su un link apposito, presente all'interno della e-mail, dovrai richiedere/autorizzare la pubblicazione del commento; il quale sarà letto dalla Redazione e messo in pubblicazione solo se ritenuto pertinente, potranno passare alcuni giorni. Sarà inviato un avviso di pubblicazione all'e-mail del commentatore.
Il modo più veloce per commentare è quello di registrarsi e autenticarsi.
Gentili commentatori, è possibile impostare, dal pannello utente, al quale si accede tramite autenticazione, l'opzione di ricezione di una e-mail di avviso, all'indirizzo registrato, quando qualcuno commenta un testo anche da te commentato, tale servizio funziona solo se firmi i tuoi commenti con lo stesso nominativo con cui sei registrato: [ imposta ora ]. Questo messaggio appare se non sei autenticato, è possibile che tu abbia già impostato tale servizio: [ autenticati ]
Informiamo che il libro "Il cappotto di Proust", qui recensito già dal dicembre 2009 - a quel tempo edito dall'editore Portaparole -, è ora ri-edito da Mondadori, il 29 ottobre 2010, nella collana Strade blu, con il titolo Il cappotto di Proust. Storia di un'ossessione letteraria. Questa edizione è stata completamente rivista, arricchita di nuove pagine e nuovi episodi ,corredata di altre foto. Ecco la nuova copertina:




Il libro, inoltre, è uscito, a fine agosto 2010, negli Stati Uniti con il titolo Proust's overcoat, ed. Harper Collins. Il 4 novembre 2010 è uscito in Inghilterra con il titolo Proust's Overcoat, ed. Portobello. Prossima pubblicazione in Germania, gennaio 2011.

*

“Avevo un pretesto: venuta al ballo per danzare, lui, poveretto, non ballava; ma, anche se lo confesso, era soltanto la sua presenza che mi faceva passare dalle braccia di un ballerino a quelle di un altro, e mi faceva dire al successivo, con accento supplichevole, di non riaccompagnarmi al posto da cui mi aveva presa, posto davanti al quale – livido e barbuto, col collo del cappotto sollevato sopra la cravatta bianca – Marcel Proust aveva trascinato la sua sedia fin dall’inizio della serata.” Ecco come la principessa Bibesco, raffinata scrittrice e leggiadra mondana, racconta il suo primo incontro col grande scrittore, e lo descrive con addosso il suo celeberrimo ed inseparabile cappotto. Molte altre sono le testimonianze delle visite che Proust faceva nei salotti mondani, sempre col suo – immagino, amato – cappotto, soprattutto quando la salute gli si era fatta ancor più precaria, ma doveva uscire per raccogliere qualche frammento da incastonare nella sua opera che, assieme all’asma, lo teneva inchiodato al letto. Il cappotto quindi come superficie mondana dello scrittore, livido e barbuto, la parte che si presentava in pubblico, quasi una corazza atta a difendere la debolezza di un corpo che però conteneva un grandioso capolavoro. Il cappotto che al termine delle visite, si sdraiava sul letto di Proust per scaldare il suo povero corpo scosso dalla tosse e impregnato di suffumigi, il cappotto, quasi dotato di vita propria, una sorta di golem che “nel mondo esterno” protegge il corpo di Proust tutelando così la grande opera contenuta nella sua mente ma che una volta tornati nella stanza foderata di sughero, al sicuro, si stende mansueto ai piedi del suo padrone. E questo cappotto, oltre a tante chiacchiere ha sempre suscitato tanta curiosità, così come è solito per i cimeli di ogni tipo. Nel prezioso volumetto firmato da Lorenza Foschini ci mettiamo sulle sue tracce, e con esso di tutti gli oggetti appartenuti al grande scrittore, raccolti pazientemente da un grande bibliofilo. La bellezza del libro non sta nell’enumerare i “pezzi da collezione” e come sono stati ritrovati, ma, attraverso di essi, la Foschini riesce, con estro squisitamente proustiano, a ricostruire le storie dei vari personaggi che gravitavano attorno ai medesimi e alla vita di Proust stesso. Nel corso delle peripezie di questi oggetti e del famoso cappotto, veniamo a sapere che la cognata di Marcel, accanto a lui riposa col marito Robert e i suoceri, in realtà non ha mai nemmeno tentato di capire l’immensità della Recherche, anzi la disdegnava come aveva in orrore il cognato, reo, secondo la donna, di aver gettato discredito sull’intera famiglia e aver avuto il brutto vizio di mettere in piazza le sue “perversioni” facendo dediche e scrivendo lettere. Appare questa una brutta e pecoreccia copia del metodo Sainte-Beuve, che soleva giudicare le opere attraverso la lente – deformante – della vita privata degli autori delle stesse; così Marthe Proust, che ritiene il cognato un debosciato, allarga il suo stupido giudizio su ogni cosa da egli fatta, toccata o posseduta. Come si può notare la miopia dell’omofobia ha radici profonde che si nutrono dell’ignoranza. Tuttavia vedremo, verso le battute finali del libretto, come anche l’integerrima Marthe aveva i suoi vizietti, e forse anche a causa di questi il celeberrimo cappotto si è salvato da una brutta fine e oggi si trova al Museo Carnavalet di Parigi. Ma sarebbe riduttivo descrivere il libro solo menzionando le vicende della vedova di Robert Proust, nella simpatica cronaca incalzante, in 84 pagine la signora Foschini riesce a ricostruire un microcosmo, fatto di avidità e di amore per i libri, la dedizione per la memoria del fratello di Robert contrapposta all’indifferenza di Marthe che forse anche così vuole vendicarsi post mortem dell’umiliazione del tradimento da parte del marito; le pagine ricostruiscono anche le vicende del collezionista Jacques Guerin e della sua famiglia a cavallo del mondo evocato da Proust e di quel mondo più moderno che muoveva i primi passi sulle due strade, Swann e Guermantes, unite dal cambiamento dei costumi, e forse ci mostra nella figura del collezionista uno degli ultimi esemplari di un mondo ormai estinto, quello del collezionista sentimentale, che non ha scopi di guadagno o speculativi ma raccoglie gli oggetti perché li ama e teme che i posteri non possano goderne.
Un libro dall’apparenza minuta ma molto interessante sia per i proustiani sia per i nostalgici di un mondo che è quasi sparito, e soprattutto per chi vuole passare un paio d’ore in compagnia di una bella lettura intelligente, che – chissà – avrebbe forse fatto sorridere lo stesso Proust.

 Emilia Aru - 15/01/2011 21:00:00 [ leggi altri commenti di Emilia Aru » ]

Buongiorno sono felice che anche lei apprezzi Il cappotto di Proust, è una storia affascinante che sono stata felice di pubblicare. Alla base del nostro interesse c’è senz’altro l’amore per questo genio della letteratura a cui Portaparole ha dedicato ben 8 libri. Il cappotto di Proust è stato pubblicato dalla nostra casa editrice in Italia e in Francia nel marzo del 2008 (non nel 2009), poi l’autrice ha preferito abbandonare la piccola casa editrice di qualità per passare a Mondadori, a scapito naturalmente della qualità, infatti la nuova edizione, oltre ad essere piuttosto sciatta è piena di errori (manca persino una frase determinante), e le aggiunte, non solo sono inconsistenti e banali, ma sono anche mal inserite e hanno rovinato il ritmo perfetto del racconto che ha valso tanti onori all’autrice e alla casa editrice Portaparole. Non posso tacere di fronte a tanta incuria di Mondadori!

Leggi l'informativa riguardo al trattamento dei dati personali
(D. Lgs. 30 giugno 2003 n. 196 e succ. mod.) »
Acconsento Non acconsento
Se ti autentichi il nominativo e la posta elettronica vengono inseriti in automatico.
Nominativo (obbligatorio):
Posta elettronica (obbligatoria):
Inserendo la tua posta elettronica verrà data la possibilità all'autore del testo commentato di risponderti.

DA LEGGERE PRIMA DELLA PUBBLICAZIONE DI UN COMMENTO
Nessun utente può gestire i commenti pubblicati, solo LaRecherche.it può farlo.
La rimozione di un commento da parte di LaRecherche.it non equivale alla cancellazione dello stesso, il commento, in prima istanza, verrà tolto dalla pubblicazione e sarà cancellato soltanto se non costituirà possibile prova del venir meno al Regolamento, in ogni caso la sua cancellazione definitiva o meno è a discrezione di LaRecherche.it.
Ogni commento ritenuto offensivo e, in ogni caso, lesivo della dignità dell'autore del testo commentato, a insindacabile giudizio de LaRecherche.it, sarà tolto dalla pubblicazione, senza l'obbligo di questa di darne comunicazione al commentatore. Gli autori possono richiedere che un commento venga rimosso, ma tale richiesta non implica la rimozione del commento, il quale potrà essere anche negativo ma non dovrà entrare nella sfera privata della vita dell'autore, commenti che usano parolacce in modo offensivo saranno tolti dalla pubblicazione. Il Moderatore de LaRecehrche.it controlla i commenti, ma essendo molti qualcuno può sfuggire, si richiede pertanto la collaborazione di tutti per una eventuale segnalazione (moderatore@larecherche.it).
Il tuo indirizzo Ip sarà memorizzato, in caso di utilizzo indebito di questo servizio potrà essere messo a disposizione dell'autorità giudiziaria.